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Giovani di Siena derubati del Bonus cultura: dopo i politici i genitori pensano alla tv d'inchiesta

ladro informatico furto hacker

Non ha ancora una soluzione il caso dei bonus cultura sottratti ai neo maggiorenni attraverso una vera e propria truffa telematica, che ha fatto sparire il denaro (500 euro a testa) stanziato dal Governo a favore della crescita di chi entra nella maggiore età attraverso l'acquisto di libri, corsi, giornali, biglietti per concerti e spettacoli. Insomma, tutto ciò che, come dice il nome stesso, fa cultura . Dopo una prima ondata nel 2021, che non si è risolta in alcun modo, in questo 2023 gli episodi si sono letteralmente moltiplicati, con due particolari: a essere colpiti sono principalmente i maschi e, salvo qualche caso sporadico in altre regioni italiane, sono soprattutto i senesi a essere presi di mira. Da mesi le famiglie si sono organizzate e hanno contattato i due parlamentari locali, Silvio Franceschelli (senatore del Pd) e Francesco Michelotti (deputato di Fratelli d'Italia), che hanno promesso tutto il loro sostegno alla causa, attraverso interrogazioni e question time al ministro Sangiuliano. In concreto, però, i risultati ancora non si sono visti. Dal reciproco scambio di dati tra genitori di derubati, emerge che il denaro è stato incanalato verso poche attività, sempre le stesse, inesistenti, con sedi in luoghi che non corrispondono a verità e partite Iva fantasma, che, non si capisce bene come, sono riuscite a ottenere l'ok dal sistema informatico che dovrebbe tutelare simili operazioni. Tutto deve passare attraverso una App a cui si accede tramite Spid, quindi identità elettronica in teoria inattaccabile. In teoria, appunto, perché alla riprova dei fatti si è dimostrata, e si dimostra, agevolmente espugnabile da qualche hacker che la sa lunga su dove scovare quella che è una evidente falla. Presentare denuncia alle forze dell'ordine (polizia postale, carabinieri e guardia di finanza) è la strada obbligata, ma perfino chi la raccoglie invita a non essere ottimisti. Scrivere al Ministero equivale a ottenere risponde standard o addirittura a essere sospettati di aver ceduto il proprio bonus a terzi o aver utilizzato app alternative all'unica ufficiale. Oltre al danno, insomma, l'ombra di essere un po' truffatori.
Padri e madri, in assenza novità dai palazzi del potere romani, adesso si organizzano per rivolgersi a trasmissioni d'inchiesta come Striscia la notizia, Le Iene, Report, Piazza Pulita. Ogni arma è buona per non adagiarsi nella rassegnazione.
Nel frattempo, ecco che è ricomparso sulla scena, nelle ultime ore, il deputato Michelotti. Lui e Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d'Italia della commissione cultura del Senato, hanno emesso una nota per far sapere che "Siamo in contatto direttamente, e lavoriamo concretamente da giorni, con il Mic, per mettere la parola fine alla vicenda. Nello specifico, il segretariato, ha già provveduto ad adottare provvedimenti di natura cautelare, come la sospensione degli esercenti dalla piattaforma. La direzione generale Bilancio ha, di conseguenza, sospeso i pagamenti. Ogni tassello di questa vicenda, da noi trasmesso all'autorità giudiziaria, è al vaglio".