"Un commissario speciale per la Cassia". È la richiesta formulata dal vicepresidente del consiglio regionale della Toscana Stefano Scaramelli. Che pare scatenato in questo periodo: da un lato ha fatto partire una raccolta firme e una petizione online per dare vita al collegamento ferroviario diretto tra Siena e Roma, affermando che presenterà in consiglio regionale il progetto per poter realizzare la tratta tra la città toscana e la capitale nel 2024, la cui effettuazione sarà possibile con un cofinanziamento dell'ente regionale; e da un altro lato adesso chiede la nomina di un commissario speciale per la Cassia, con l'intento di velocizzare i lavori sull'importante arteria di comunicazione. Con questo scopo Scaramelli ha effettuato, giovedì, un viaggio romano andando a interessare della questione i parlamentari di Italia Viva. "La Cassia - afferma Scaramelli - deve essere considerata al pari delle grandi arterie nazionali. Non lo dico io ma lo dice la storia. Se ti chiami Cassia, sei la strada statale 2 che collega Roma a Firenze, sei stata concepita dai romani per muoversi velocemente verso nord, verso la cispadana. Il governo e il ministro per le infrastrutture Matteo Salvini si assumano le loro responsabilità e nominino un commissario speciale per la Cassia".
L'obiettivo di Scaramelli, che è il capogruppo di Italia Viva nel consiglio regionale toscano, è quello di velocizzare la realizzazione dei lavori e di programmare la messa in sicurezza di tutto il tracciato della strada che attraversa le terre di Siena. Secondo il vicepresidente del consiglio regionale un commissario speciale eviterebbe la dilatazione dei tempi e snellirebbe la burocrazia, come avvenuto in passato in interventi che sono stati realizzati su altri tracciati. "Sulla Siena-Grosseto - dichiara Scaramelli - se non avessimo avuto il commissario i lavori non sarebbero partiti". "Sulla Cassia dobbiamo pretendere che il governo nazionale faccia una scelta di questo tipo - ha detto ancora Scaramelli. - Si tratta di un'arteria nazionale e in questo modo deve essere considerata. Sono qui a Roma per interessare i rappresentanti nazionali di Italia Viva affinché agiscano nei confronti dell'esecutivo e di Anas per effettuare un intervento rapido, dimostrando così che si ritiene fondamentale e prioritaria la rilevanza di questa via di comunicazione".
Riallacciando il nastro si torna alla mattina del 5 maggio. A Siena in quel momento si era in piena campagna elettorale in vista delle elezioni comunali. A Isola d'Arbia arrivò quel giorno il viceministro delle infrastrutture Galeazzo Bignami, che dette vita a una conferenza stampa davanti ai "piloni abbandonati" di quello che doveva essere il tracciato tra Monteroni d'Arbia e Monsindoli. Accanto a Bignami c'erano il deputato di Fratelli d'Italia Francesco Michelotti e l'allora candidata a sindaco, e oggi primo cittadino, Nicoletta Fabio. "L'impegno del governo - disse nella circostanza il viceministro - è quello di inserire il progetto nel contratto di programma che sarà stipulato tra il ministero delle infrastrutture e Anas che è finalizzato a individuare gli interventi considerati strategici per la finalizzazione o per il completamento di nuove opere". Bignami definì l'infrastruttura senese "strategica e centrale", ipotizzando la necessità di un investimento da 150 milioni di euro per la struttura: 90 milioni, affermò, già disponibili mentre gli altri 60 milioni sarebbero potuti e potrebbero arrivare ed essere "dirottati" sulla Cassia da progetti considerati "senza finalizzazione prospettica concreta" dal governo. E ancora, nello specifico: 120 milioni necessari per i lavori, 30 milioni per la sicurezza e per la progettazione, da revisionare e aggiornare.
Nessuna data, tuttavia, è mai stata fornita e ipotizzata relativamente alle tempistiche di tali interventi. L'incompiuta intanto resta lì, a pochi passi dalle mura di Siena, e attende che il progetto possa essere presto rimesso in moto e concretizzato.