Avrebbe dovuto tenersi in Giordania e invece si è svolto ieri a Siena il convegno dedicato alle plastiche in mare e ai danni da esse prodotti, con gravi rischi per la biodiversità nel Mediterraneo. L'iniziativa, dal titolo "Marine litter: causes, impacts and solutions", è il momento conclusivo del progetto "Plastic Busters", che ha un budget di oltre un milione di euro ed è cofinanziato dall'Unione Europea riunendo partner di 7 Paesi della regione mediterranea: Egitto, Grecia, Italia, Giordania, Libano, Spagna e Tunisia. E così ieri mattina Siena e la Giordania si sono ritrovate vicine e unite da un filo creato proprio dalla lotta alle plastiche in mare. Il contesto internazionale non passa inosservato.
La guerra a Gaza è il motivo per il quale il convegno non si è svolto in Giordania, ma a Siena. In realtà l'iniziativa è stata divisa in due parti: alcuni partner si sono ritrovati in Toscana e altri nel Paese mediorientale. E tra le due parti è stato attivato un collegamento video, con un inizio assai toccante, proprio il minuto di silenzio nel corso del quale tutti i partecipanti all'iniziativa si sono alzati in piedi per ricordare tutte le vittime del conflitto attualmente in corso in Medio Oriente. Così si è espressa la professoressa Maria Cristina Fossi, docente dell'Università di Siena e co-organizzatrice dell'evento: "Il progetto Plastic Busters dimostra che tutti insieme abbiamo il potere di ridisegnare il futuro del Mediterraneo. Questa conferenza è una testimonianza del nostro impegno collettivo per combattere i rifiuti marini e proteggere i nostri preziosi ecosistemi marini".
L'obiettivo della giornata e dell'iniziativa è quello di fare il punto della situazione nella lotta contro i rifiuti marini nel Mediterraneo e di portare alla ribalta numerose conoscenze, esperienze e testimonianze derivate dagli importanti sforzi del progetto. Il progetto comprende azioni che affrontano l'intero ciclo di gestione dei rifiuti marini, dal monitoraggio e dalla valutazione alle azioni di prevenzione e mitigazione. "La biodiversità del Mediterraneo è fortemente impattata da questo fenomeno - ha detto ancora la professoressa Fossi. - Abbiamo indagato 46 specie marine diverse, che vanno dagli invertebrati come le cozze alle balene e nel 90% degli organismi abbiamo trovato plastica. Quindi è impossibile affermare che il fenomeno non sia grave e pervasivo. Il minuto di silenzio? È stato un attimo toccante, abbiamo ritenuto sia noi da Siena che dalla Giordania che fosse giusto effettuare questo momento di ricordo".
Articolo completo nell'edizione del Corriere di Siena di giovedì 9 novembre