Siena e Grosseto sono separate da appena 64 chilometri di strada statale, più un'altra manciata di chilometri per entrare e uscire dalle città. Una distanza che nell'anno 2023 dovrebbe essere sufficientemente breve per pensare di vivere serenamente una vita da pendolare tra i due capoluoghi di provincia, peraltro capillarmente collegati da continue corse degli autobus. Autolinee Toscane, subentrata a Tiemme il primo novembre 2021, ha confermato le 11 corse giornaliere (22 tra andata e ritorno) che nei giorni feriali iniziano alle 6.05 con il primo pullman da Grosseto e finiscono alle 21.20 con l'ultimo da Siena. Eppure, a quasi due anni dal cambio di gestore, i problemi sulla linea 51G sono rimasti gli stessi.
La giornata di un giornalista che fa il pendolare inizia più tardi di un normale pendolare e l'autobus da prendere per arrivare a Siena è quello che passa alle 9.49 da Grosseto ospedale. O meglio, che dovrebbe passare perché in cinque anni questo pullman non è mai arrivato puntuale alla fermata. Mai vuol dire mai, neanche per sbaglio, è il motivo è semplice: è impossibile che ciò avvenga. Questione di orari, questione di tempi di percorrenza: l'autobus 51G di metà mattina parte (o dovrebbe partire) alle 9.45 alla stazione di Grosseto, alle 9.47 ha la prima fermata in via Tripoli e alle 9.49 a Grosseto ospedale. Ma questa previsione, anche in condizioni di traffico normale, è del tutto irrealizzabile: nella migliore delle ipotesi servirebbe il doppio del tempo e ancora di più il giovedì, quando c'è il mercato a Grosseto e il centro si intasa, o il lunedì e il martedì, quando il bus è carico di studenti con i bagagli (andrebbero considerati i cosiddetti tempi di incarrozzamento). Ma allora perché non viene semplicemente adeguato l'orario? Se lo chiedono i passeggeri e se lo chiedono anche gli autisti, che attraverso i propri sindacati già dai tempi di Tiemme hanno più volte sollevato la questione alla Regione Toscana quale ente concedente e regolatore e con l'azienda, senza però mai trovare risposte.
Il problema dei tempi di percorrenza strettissimi e talvolta impossibili da rispettare non riguarda ovviamente solo la linea 51G ma è un aspetto cruciale di tutto il trasporto pubblico su gomma, a Grosseto come a Siena. Tornando alla fermata ospedale di Grosseto, dove l'autobus per Siena dovrebbe arrivare alle 9.49 e invece nella migliore delle ipotesi arriva alle 9.55. Ma bisogna essere molto fortunati, soprattutto d'estate, quando l'autobus non parte da Grosseto ma da Castiglione della Pescaia e torna nel capoluogo via Marina, imbarcando villeggianti: il ritardo si ingigantisce ed è veramente poco frequente riuscire a salire prima delle 10, con ritardi in partenza che vanno regolarmente sopra il quarto d'ora.
Aspettare un autobus così a lungo, ogni mattina, non è piacevole soprattutto se non si sa quando passa. Già, perché il più grave disagio è che per la palina considerata intelligente da Autolinee Toscane il 51G delle 9.49 non esiste. Chi arriva alla fermata trova ben indicata la linea 50G per Firenze delle 9.54 o la successiva G20 per Batignano, con i minuti che mancano all'arrivo del bus. Perché la 51G non c'è? E' un mistero, anche se tra gli autisti si mormora che la causa è che questa corsa viene gestita da Siena e che quindi non compare su una palina di Grosseto: ma anche a Siena, raccontano alcuni passeggeri, ci sono corse che sulle paline non vanno. Come si fa, quindi, a sapere quando passa un autobus che è sempre in ritardo e che non compare su una palina che invece comunica che altri autobus stanno arrivando, come se l'autobus che si aspetta non esistesse o fosse già passato magari per una volta rispettando l'orario? Si fa male, anzi malissimo, perché non si può neppure sedersi: occorre stare in piedi, guardando per 20 minuti la strada e attenti a non farselo sfuggire, perché se non ci si sporge e si tira fuori il braccio l'autista ? che è già in ritardo e cerca di non accumularne ancora ? non si ferma.
La giornata di un giornalista che fa il pendolare inizia più tardi di un normale pendolare e l'autobus da prendere per arrivare a Siena è quello che passa alle 9.49 da Grosseto ospedale. O meglio, che dovrebbe passare perché in cinque anni questo pullman non è mai arrivato puntuale alla fermata. Mai vuol dire mai, neanche per sbaglio, è il motivo è semplice: è impossibile che ciò avvenga. Questione di orari, questione di tempi di percorrenza: l'autobus 51G di metà mattina parte (o dovrebbe partire) alle 9.45 alla stazione di Grosseto, alle 9.47 ha la prima fermata in via Tripoli e alle 9.49 a Grosseto ospedale. Ma questa previsione, anche in condizioni di traffico normale, è del tutto irrealizzabile: nella migliore delle ipotesi servirebbe il doppio del tempo e ancora di più il giovedì, quando c'è il mercato a Grosseto e il centro si intasa, o il lunedì e il martedì, quando il bus è carico di studenti con i bagagli (andrebbero considerati i cosiddetti tempi di incarrozzamento). Ma allora perché non viene semplicemente adeguato l'orario? Se lo chiedono i passeggeri e se lo chiedono anche gli autisti, che attraverso i propri sindacati già dai tempi di Tiemme hanno più volte sollevato la questione alla Regione Toscana quale ente concedente e regolatore e con l'azienda, senza però mai trovare risposte.
Il problema dei tempi di percorrenza strettissimi e talvolta impossibili da rispettare non riguarda ovviamente solo la linea 51G ma è un aspetto cruciale di tutto il trasporto pubblico su gomma, a Grosseto come a Siena. Tornando alla fermata ospedale di Grosseto, dove l'autobus per Siena dovrebbe arrivare alle 9.49 e invece nella migliore delle ipotesi arriva alle 9.55. Ma bisogna essere molto fortunati, soprattutto d'estate, quando l'autobus non parte da Grosseto ma da Castiglione della Pescaia e torna nel capoluogo via Marina, imbarcando villeggianti: il ritardo si ingigantisce ed è veramente poco frequente riuscire a salire prima delle 10, con ritardi in partenza che vanno regolarmente sopra il quarto d'ora.
Aspettare un autobus così a lungo, ogni mattina, non è piacevole soprattutto se non si sa quando passa. Già, perché il più grave disagio è che per la palina considerata intelligente da Autolinee Toscane il 51G delle 9.49 non esiste. Chi arriva alla fermata trova ben indicata la linea 50G per Firenze delle 9.54 o la successiva G20 per Batignano, con i minuti che mancano all'arrivo del bus. Perché la 51G non c'è? E' un mistero, anche se tra gli autisti si mormora che la causa è che questa corsa viene gestita da Siena e che quindi non compare su una palina di Grosseto: ma anche a Siena, raccontano alcuni passeggeri, ci sono corse che sulle paline non vanno. Come si fa, quindi, a sapere quando passa un autobus che è sempre in ritardo e che non compare su una palina che invece comunica che altri autobus stanno arrivando, come se l'autobus che si aspetta non esistesse o fosse già passato magari per una volta rispettando l'orario? Si fa male, anzi malissimo, perché non si può neppure sedersi: occorre stare in piedi, guardando per 20 minuti la strada e attenti a non farselo sfuggire, perché se non ci si sporge e si tira fuori il braccio l'autista ? che è già in ritardo e cerca di non accumularne ancora ? non si ferma.
"Io l'ho già perso un paio di volte, per questo motivo", racconta una studentessa a un'anziana nel panico perché deve andare in ospedale a Siena e teme che l'autobus sia già passato. Quindi il pullman che arriva sempre in ritardo in un orario imprecisato va aspettato per un tempo imprecisato in piedi sul ciglio del marciapiede, non importa se piove, fa freddo o ci sono 35 gradi (e in Maremma, alle 10 di mattina, il sole picchia già fortissimo). Questo nelle giornate buone. Perché poi ci sono quelle cattive: come quella del 2 giugno, quando arrivando a Grosseto il 51G ha accumulato ritardo, l'autista non è potuto ripartire subito perché doveva riposare e l'autobus si è presentato alla fermata con più di un'ora di ritardo: era quello delle 11.49 e sulla palina c'era, ma forse è andata anche peggio perché a un certo punto è sparito, come se fosse passato, mandando nel panico chi lo aspettava. O come quello del 12 luglio, e qui torniamo alla corsa delle 9,49, che invece si è rotto (problema a un radiatore) ed è stato sostituito arrivando dopo un'ora alla fermata senza mai comparire sulla palina, con gli ignari passeggeri che lo hanno aspettato un'ora sotto il sole, per poi salire su uno senza aria condizionata. Si consolino: almeno da allora il mezzo utilizzato per questa corsa è stato ringiovanito.
Se si riesce a partire il più è fatto. Perché gli autisti sanno come comportarsi a bordo: abili alla guida nel destreggarsi tra le tante insidie della Due Mari; altrettanto abile nel rapportarsi con passeggeri talvolta sopra le righe. E che non di rado sono senza biglietto. I controllori di Ola Check, la ditta esterna a cui Autolinee Toscane (e in precedenza Tiemme) si appoggia per verificare che i viaggiatori abbiano il biglietto, fino all'estate erano spesso a bordo (adesso si sono spostati in linee più redditizie, quelle del mare): quando salgono trovano di sicuro qualcuno che non ha pagato. Ma la domanda ovvia che viene da farsi vedendo passeggeri che buttano lo scontrino della multa appena arrivati a Siena, è se queste sanzioni saranno mai incassate o rappresenteranno un ulteriore costo per l'azienda, tra pagamenti per Ola Check e spese di consegna. Tanto che più d'uno, tra gli autisti, ha un'idea chiara: "Formateci e pagateci per controllare i biglietti anziché incaricare una ditta esterna, così chi è senza non sale".
Se si riesce a partire il più è fatto. Perché gli autisti sanno come comportarsi a bordo: abili alla guida nel destreggarsi tra le tante insidie della Due Mari; altrettanto abile nel rapportarsi con passeggeri talvolta sopra le righe. E che non di rado sono senza biglietto. I controllori di Ola Check, la ditta esterna a cui Autolinee Toscane (e in precedenza Tiemme) si appoggia per verificare che i viaggiatori abbiano il biglietto, fino all'estate erano spesso a bordo (adesso si sono spostati in linee più redditizie, quelle del mare): quando salgono trovano di sicuro qualcuno che non ha pagato. Ma la domanda ovvia che viene da farsi vedendo passeggeri che buttano lo scontrino della multa appena arrivati a Siena, è se queste sanzioni saranno mai incassate o rappresenteranno un ulteriore costo per l'azienda, tra pagamenti per Ola Check e spese di consegna. Tanto che più d'uno, tra gli autisti, ha un'idea chiara: "Formateci e pagateci per controllare i biglietti anziché incaricare una ditta esterna, così chi è senza non sale".
La sensazione è che per l'azienda sarebbe un affare: magari all'inizio andrebbero rivisti i tempi di percorrenza (finalmente), ma poi con i soldi in più potrebbe essere migliorato il servizio. Anche perché, almeno nelle tratte extrarurbane, i mezzi sono adeguati e anche per il costo dell'abbonamento (107 euro il mensile, 293 il trimestrale) c'è poco di cui lamentarsi: sono il servizio e il supporto al passeggero che fanno acqua. Non tutto, giusto ricordarlo, dipende da Autolinee Toscane: i tempi di percorrenza e gli orari, ad esempio, li decide la Regione e fino a novembre - per i primi due anni di nuova gestione, quindi - il servizio offerto doveva rimanere analogo a quello offerto dai precedenti gestori. Attendendo in autunno l'auspicato cambio di passo.
La giornata di un giornalista inizia più tardi di un normale pendolare ma finisce dopo e l'autobus da prendere per tornare a Grosseto è quello delle 21.30 da piazza Gramsci. Il problema principale, anche stavolta, è non sapere quando partirà, perché l'autobus proveniente dall'ospedale Le Scotte arriva in orario, ma deve aspettare la linea 131R che arriva da Firenze, passando per Poggibonsi Salceto. Questione di coincidenze, tutto normale. O forse no, perché un autobus che parte, o meglio dovrebbe partire alle 21.30 (il 51G), deve aspettare un autobus che arriva, o dovrebbe arrivare, alle 21.35 (131R). Senza neanche avvicinarsi ai problemi vissuti al mattino, viene da chiedersi: servirebbe così tanto ad armonizzare un orario affinché l'autobus aspettato arrivi prima dell'autobus che aspetta? Una volta partiti verso Grosseto il più è fatto. Ma in un pullman semideserto nel quale la maggior parte dei compagni di viaggio sono immigrati, capita di imbattersi in passeggeri un po' agitati, che chiedono di essere lasciati in fermate che non esistono nella zona delle risaie, che hanno bevuto o che hanno alcol a bordo. Gli autisti più coraggiosi si fermano e fanno buttare le bottiglie, altri cercano ? giustamente ? di non finire in qualche guaio. Anche loro hanno iniziato a lavorare dalla mattina e vogliono solo tornare a casa. Perché i nuovi limiti da rispettare (adesso i tempi di percorrenza saranno aggiornati?) sono solo un altro problema che si aggiunge ai problemi. Perché domani è un altro giorno e si ricomincia.