Federico Guglielmi aspetta di correre ad Asti per tirare le somme di una stagione paliesca che, a Siena, lo ha visto al canape sia a luglio, con la Giraffa, che ad agosto, nell'Istrice. "Non è mai scontato correre due volte per un ragazzo giovane - ammette Tamurè. - Vuol dire che qualcosa di buono ho fatto: ci sono stati alcuni errori, ma almeno ho dimostrato che in piazza ci posso stare e di essere affidabile in certe dinamiche delle Contrade Ho ottimi rapporti con le due che mi ha dato la possibilità di correre, sono legami importanti, sotto gli occhi di tutti. Però ce ne sono altri, magari un po' più nascosti". La scelta di agosto è però la prova che non c'è più il legame con la Lupa, che pure nel 2018 gli fece provare il brivido con una prova su Porto Alabe. "Il capitano era Gabriele Gragnoli, che ringrazio perché credeva in me, mi ha sempre seguito nel percorso di crescita. Poi, purtroppo, le dirigenze cambiano, e chi viene dopo è giusto che porti le sue idee senza seguire necessariamente le strade tracciate da chi c'era prima. Tutto qui: sono passati 5 anni, c'è stata in mezzo la pandemia, gli indirizzi sono mutati e io adesso sono nell'orbita Istrice. Normali dinamiche di Palio".
A luglio Guglielmi ha montato Abbasantesa, l'ha conosciuta e quindi può leggere in maniera più precisa cosa è successo al primo San Martino dell'Assunta: "Nel giro fatto insieme ha dimostrato che cosa sapeva fare e che la piazza era il suo ambiente. Infatti poi è stata scelta da uno come Tittia. Per quanto riguarda la nostra prova a Provenzano, è finito tutto al Casato, un po' per colpa mia, un po' per inesperienza del barbero. Il 16 agosto invece la cavalla, nell'impostare la curva ha avuto un piccolo cedimento: sono cose che succedono, ma non ci sono colpe da attribuire, meno che mai a Giovanni Atzeni, che errori tecnici di quel genere non ne fa".