Nell'intervista apparsa pochi giorni fa sul Corriere di Siena, l'ex sindaco Bruno Valentini ha spiegato di aver perso il ballottaggio del 2018 contro De Mossi perché "tradito" da alcune persone, tra cui Stefano Scaramelli e Alberto Monaci. Quest'ultimo gli risponde. "Al Bruno rimembrante le ragioni della sua sconfitta nel 2018 - spiega con ironia e una punta di divertimento - devo un doppio grazie. Il primo, per aver ricordato come il bilancio della giunta Ceccuzzi non stesse in piedi, perché - parole sue - «drogato dai contributi di Mps". Quel che i consiglieri Bazzini e Gioia avevano pubblicamente denunciato ben prima del prode Bruno, subendo una gogna politico-mediatica indecente. Dove si saldarono interessi diversi, anche contrapposti. Ancorché uniti da un elemento: fare tutto meno che gli interessi dei senesi. Bruno Valentini, allora autorevole sindaco di Monteriggioni e dirigente Pd, non mi pare che prese le difese dei due consiglieri. Il secondo grazie è per aver ricordato ai senesi che per non rieleggerlo sindaco, col sostegno apparentato di Pierluigi Piccini, contribuirono i "voti del Monaci". Posto che i voti erano del candidato sindaco Alessandro Pinciani, occorre ricordare che quella candidatura nacque e si presentò alla città chiaramente come alternativa a Valentini. Chi votò Pinciani, come me, riteneva, infatti, Valentini inadatto a governare Siena, visto quanto fatto nei cinque anni precedenti. Una posizione resa chiara dentro il Pd già molti mesi prima delle elezioni, a cui ripetutamente rappresentammo la nostra critica all'(in)operato del sindaco. Chiedendo di individuare candidature alternative, magari attraverso le primarie. Critica inascoltata e via libera alla ricandidatura Valentini. Col consenso di Ceccuzzi e degli autorevoli vertici romani che a quel tempo si occupavano di Siena.
Quell'ostracismo portò alla scelta della candidatura Pinciani, e alla impossibilità di qualunque possibile convergenza al ballottaggio. Ritenendo, diversamente da Scaramelli, che nulla potesse cambiare nel giudizio su Valentini fra il primo e il secondo turno. Peraltro aggravato dall'apparentamento con Piccini. Questa è la storia, nella nitidezza degli atti e nella verità dei comportamenti. A cui aggiungo una postilla: pur nel disastro dell'amministrazione De Mossi, rimango convinto che un governo Valentini - Piccini sarebbe stato una iattura per la città".
Quell'ostracismo portò alla scelta della candidatura Pinciani, e alla impossibilità di qualunque possibile convergenza al ballottaggio. Ritenendo, diversamente da Scaramelli, che nulla potesse cambiare nel giudizio su Valentini fra il primo e il secondo turno. Peraltro aggravato dall'apparentamento con Piccini. Questa è la storia, nella nitidezza degli atti e nella verità dei comportamenti. A cui aggiungo una postilla: pur nel disastro dell'amministrazione De Mossi, rimango convinto che un governo Valentini - Piccini sarebbe stato una iattura per la città".