Il caso
Tre carabinieri feriti durante un controllo
Il controllo di tre persone fermate dai carabinieri si è trasformato in una folle aggressione nella notte tra il 24 e 25 ottobre: tre militari dell’Arma sono stati aggrediti e minacciati, tra testate e morsi. Il fatto è avvenuto a Montepulciano, quando le forze dell’ordine hanno fermato il veicolo con a bordo i tre soggetti: uno straniero, 40enne di nazionalità polacca, ben noto per altri episodi nell’area dell’Amiata, e due italiani di 42 e 43 anni. Il cittadino polacco, pluripregiudicato, a inizio settembre era stato espulso dopo l’ennesimo processo, con allontanamento di 5 anni, ma è risultato rientrato nel territorio, dove ha imperversato tra violenze, molestie e disturbo della quiete pubblica, provocando allarme sociale.
Come ricostruito, i tre (tutti con recidive specifiche) si sono ribellati alla richiesta delle generalità, con minacce gravi agli operatori, tra cui quella di sfilare la pistola e sparare loro addosso tutto il caricatore, intimando i carabinieri di andarsene, “perché sarebbe finita male”. Dalle parole ai fatti, due dei tre si sono scagliati con violenza contro i tutori dell'ordine: nella colluttazione un carabiniere ha subito una testata, altri tre sono stati gettati a terra con degli spintoni e il cittadino polacco ha dato un morso alla gamba di un altro operatore.
Una volta neutralizzati, i tre sono stati arrestati. Per altrettanti militari dell’Arma è stato necessario il ricorso alle cure mediche: referti per traumi cranici, traumi alle spalle, contusioni e una ferita alla gamba a seguito del morso. Ieri si è tenuta la convalida dell’arresto davanti al giudice Grandinetti, che ha confermato il provvedimento disponendo il divieto di dimora e di sosta nel comune di Montepulciano. Ai tre si contestano resistenza e violenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Per il “polacco”, difeso dall’avvocato Alessandro Betti, c'è anche l’accusa di violazione del divieto di reingresso in Italia. In estate l’uomo, dopo aver scontato un residuo di pena in carcere, era rimasto nella zona dell’Amiata cinque mesi senza contestazioni, finché è stato scoperto dai carabinieri mentre lavorava in un'azienda del territorio.
Condannato a 10 mesi, la pena venne convertita nell'allontanamento dal suolo italiano per 5 anni con volo da Milano Malpensa. Un’assenza durata però solo poche settimane.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy