Lavoro
Altri 21 lavoratori della Beko hanno lasciato la multinazionale e hanno accettato la buonuscita. Il loro futuro lavorativo e di vita sarà dunque lontano da viale Toselli. La produzione prosegue per queste ultime settimane targate con il marchio della multinazionale turco-statunitense. La chiusura effettiva del sito produttivo è stata anticipata di un mese: non più a gennaio 2026, ma già a dicembre Invitalia ha chiesto di poter avere lo stabilimento a disposizione per iniziare i lavori e gli interventi del caso. Che consistono nello svuotare il sito e nel realizzare la bonifica.
Il tutto, ovviamente, indirizzato e focalizzato alla reindustrializzazione. “Avere anticipato queste operazioni potrebbe anche essere un buon segno - commenta Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena. - Sappiamo che è fondamentale partire quanto prima per le operazioni di reindustrializzazione. Credo che alla fine resteranno circa 200 lavoratori”.
Al momento ad avere lasciato Beko con gli incentivi sono già oltre 60 lavoratori. “Ci attendiamo altre uscite a novembre - dichiara Massimo Martini, segretario generale della Uilm Uil di Siena. - La fretta che Invitalia sta avendo può essere positiva. Dall’aria che tira sembra che si possa andare verso la soluzione spezzatino. In questo mese di ottobre speriamo di avere un incontro al ministero per fare il punto della situazione”.
“Voglio considerare in maniera positiva l’accelerazione di Invitalia - dice Daniela Miniero, segretaria generale della Fiom Cgil di Siena. - Vogliono entrare il prima possibile nel sito, anche se questo non va di pari passo automaticamente con la reindustrializzazione. Io preferirei l’arrivo di un’unica azienda piuttosto che la soluzione spezzatino”. Giovedì il coordinamento nazionale dei sindacati.
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