Siena
Tutti di nuovo in prima linea sulla vertenza Beko. Giusto il tempo di concedersi qualche giorno di pausa, che è già arrivato il momento di tornare a lottare per la difesa del posto di lavoro.
Una battaglia che da settimane viene portata avanti ovunque sia possibile far sentire la propria voce.
Manifestazioni che però non possono prescindere dalla fabbrica. Ormai qualcosa di più che solo la sede occupazionale.
La ripresa del presidio, celebrata con un grigliata, è lo spunto per nuovi momenti di mobilitazione per i dipendenti di viale Toselli. Iniziative con visto sul tavolo ministeriale che dovrebbe tenersi dopo il 20 gennaio. “I rumors che arrivano da Roma è che se l’incontro ci sarà non sarà prima di fine gennaio. Sembra che possono prendere più tempo - precisa Daniela Miniero, segretario Fiom Cgil Siena -. Noi abbiamo chiesto una revisione del piano, ma se la multinazionale non è disposta a rivedere il piano, ci sta che non voglia fare questo incontro”.
Una modifica era stata richiesta anche dal ministro Urso, ma anche Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl Siena, non appare troppo fiducioso: “Purtroppo non arrivano notizie differenti rispetto a quelle che ci sono state comunicate a novembre. Ministero, governo e sindacati nazionali devono andare ad un nuovo faccia a faccia ma portando alcuni elementi di novità, sennò sarebbe devastante”.
Viene tuttavia difficile credere che cambierà la posizione su Siena. “Temo che Beko resti ferma nelle sue posizioni e che non vogliano fare passi indietro. Non ci è arrivato nessun segnale”, confessa Davide Poggialini, rsu Fiom.
Per quanto riguarda i prossimi passaggi, il 10 gennaio, in occasione dello sciopero per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici a Livorno, una delegazione dei lavoratori Beko sarà presente.
“Stiamo improntando delle nuove iniziative che ci vedranno impegnati per tutto gennaio, chiaramente quando gli operai non lavoreranno. Sicuramente vorremmo incontrare il prefetto – spiega Massimo Martini, segretario Uilm Uil di Siena – , che è un passaggio che ancora non abbiamo fatto”.
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