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Siena

Stato di agitazione alla Paycare

L'azienda ha annunciato l'apertura della procedura di licenziamento per i 26 dipendenti rimasti

Gennaro Groppa

02 Febbraio 2025, 22:18

Paycare

In Paycare la situazione si fa sempre più tesa. E la Fim Cisl adesso proclama lo stato di agitazione. L’azienda di call center ha infatti aperto la procedura di licenziamento per i 26 dipendenti rimasti nel gruppo dopo due anni di difficoltà, di incentivi all’esodo e soprattutto di speranze dei lavoratori che non hanno mai trovato effettivi riscontri nella realtà. Si è arrivati probabilmente alla resa dei conti. Anche perché da tempo era noto che la commessa in essere della Regione Lombardia, che fino a questo momento ha dato un po’ di lavoro a questi 26 dipendenti, sarebbe scaduta alla fine di febbraio. Il count down verso quella data va avanti veloce, e ancora più velocemente dal momento in cui è parso chiaro che la stessa commessa non sarebbe stata rinnovata. Senza di essa non c’è lavoro per i 26 dipendenti; e così l’azienda ha aperto la procedura di licenziamento collettiva. I tentativi di trovare altre commesse, portati avanti ormai da molto tempo, sono stati fino a oggi vani.

Ma il sindacato non ci sta. E allora la Fim Cisl proclama lo stato di agitazione. Afferma il segretario generale del sindacato, Giuseppe Cesarano: “Noi non accettiamo e non accetteremo questi 26 licenziamenti. Ora scatta lo stato di agitazione. Non escludiamo nessun tipo di forma di protesta, nemmeno l’occupazione dello stabilimento”. Prosegue Cesarano: “Stiamo registrando tanta solidarietà e compattezza, penso alle dichiarazioni del sindaco di Monteriggioni Andrea Frosini e a quelle del cardinale Augusto Paolo Lojudice. Ci sono strumenti a livello ministeriale per evitare questi licenziamenti, penso agli ammortizzatori sociali. Noi valuteremo se il committente che entrerà successivamente alla fine di febbraio sarà serio. Al momento ci limitiamo a constatare che Paycare sta lasciando macerie sul territorio. E ciò è ingiustificabile, dato che la casa madre Connecta, multinazionale spagnola, ha 130 mila dipendenti in tutto il mondo. Non posso e non voglio credere, quindi, che 26 dipendenti possano rappresentare un problema”.

“Chiediamo che la Regione Toscana torni subito a convocare un tavolo di crisi sulla Paycare - conclude Giuseppe Cesarano. - In Calabria la Regione ha offerto delle commesse a Paycare per dare un sostegno. Io ricordo che questo gruppo è presente nel territorio regionale anche a Firenze e a Livorno. Le istituzioni devono fare la loro parte”.

Interviene anche il sindaco di Monteriggioni, Andrea Frosini: “Non possiamo rimanere indifferenti di fronte a una situazione che colpisce i lavoratori e le loro famiglie. Questa è una scelta grave ed è di fondamentale importanza che, invece, si trovino degli strumenti alternativi. Voglio confermare ed esprimere nuovamente da parte di tutta l’amministrazione comunale la nostra più profonda solidarietà e vicinanza a tutte le persone coinvolte nel licenziamento collettivo deciso da Paycare. Una decisione che rappresenta un altro colpo durissimo per il nostro territorio già severamente messo alla prova dalle vicende AviCoop e Beko. La richiesta più stringente è quella di trovare strumenti alternativi evitando licenziamenti”.

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