Siena
crisi Paycare
Il tavolo ministeriale per Paycare non è ancora stato convocato, e i sindacati si augurano di chiudere questa partita entro la fine di marzo. Una partita che è comunque provvisoria e certo non definitiva, ma che potrebbe dare comunque dei risultati importanti per i lavoratori e potrebbe al contempo aprire una nuova pagina per l’azienda di call center. La situazione è al momento quella di un vero e proprio stallo in attesa di capire quel che accadrà.
La famosa commessa della Regione Lombardia, infatti, avrebbe dovuto già essersi conclusa alla fine di febbraio. E invece non è stato così. I dipendenti Paycare continuano a lavorare, in attesa che il nuovo committente, che ancora non si è manifestato, si palesi. Lo stallo si deve anche al fatto che l’azienda attende di sapere se potrà effettivamente accedere, ma al riguardo non sembrano esserci dubbi, ai fondi a disposizione per poter attivare la cassa integrazione. Fondi statali che darebbero ossigeno all’impresa, e ai 37 suoi dipendenti, per un intero anno.
Piccoli passi che, ovviamente, non possono essere risolutivi. Ma che consentono per lo meno di immaginare una strada da percorrere. Qualcosa di più positivo, per intendersi, rispetto alla procedura di licenziamento che era stata attivata dall’azienda nei confronti di 26 dei 37 dipendenti e che è stata successivamente ritirata.
I sindacati chiedono di fare in fretta, e sperano di chiudere questa partita entro la fine di marzo. “I lavoratori sono in ansia - dichiara Giuseppe Cesarano, segretario generale della Fim Cisl di Siena. - Attendiamo la convocazione per poter effettuare il tavolo al ministero, speriamo che arrivi nel corso di questa settimana. Entro la fine di marzo vorremmo mettere a fuoco alcuni punti: intanto la certezza degli ammortizzatori sociali per un anno, per poi andare a toccare altri temi, come la conoscenza del nuovo committente e la possibilità di riattivare incentivi all’esodo”.
Altri due nodi cruciali di questa vicenda. La nuova azienda che prenderà la commessa della Regione Lombardia potrebbe andare ad assorbire alcuni degli attuali dipendenti Paycare: ma non è chiaro ancora di quale impresa si tratti, dove abbia la propria sede e se possa accettare di avere dei lavoratori in smart working.
Poi, si augura la Fim Cisl, potranno tornare anche gli incentivi all’esodo. L’ipotesi è quella di circa 22 mila euro netti che l’azienda potrebbe stanziare nei confronti di quei dipendenti che manifestassero la volontà di lasciare l’azienda. “So che quattro o cinque lavoratori potrebbero essere interessati a questa ipotesi - dice Giuseppe Cesarano. - Credo che dopo il tavolo ministeriale, che mi auguro darà l’ok all’utilizzo degli ammortizzatori sociali, si possa discutere di un nuovo accordo quadro con l’azienda. E spero che esso possa prevedere pure nuovi incentivi all’esodo. Facciamo in fretta, se arriveranno gli ammortizzatori sociali non potranno dare delle risposte definitive ai problemi esistenti. Vanno trovate delle soluzioni”.
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