Siena
“E se un prete americano, scambiato per un pittore inglese, arrivasse a dipingere un Palio? Se succedesse davvero, ci si potrebbe scrivere un libro”. Questo è quanto si potrebbe dire. Però è anche ciò che è successo. E puntualmente, il volume è arrivato. A farsene araldo è Duccio Benocci, studioso senese di storia dell'arte, che tira fuori dallo scaffale Per forza e per errore di Diego Consales, noto per la monumentale opera In hoc Palio vinces, nella quale ha ripercorso le vite e i profili dei pittori chiamati a misurarsi col Drappellone dal 1999 al 2019. In questa sua galoppata tra pennelli e seta, si è imbattuto nella vicenda di padre John Baptist Giuliani, classe 1932, morto a Redding nel 2021. Un benedettino chiamato a realizzare il Cencio del 2 luglio 2001, vinto dal Leocorno con Ugo Sancez scosso (unico successo del palmares di Luigi Bruschelli detto Trecciolino non a cavallo).
L'uomo votato a Dio, artista di icone sacre con influenze native americane, abituato a rappresentare santi adornati di piume e stole colorate, si trovò davanti al compito di realizzare un Palio dedicato a Pietro Andrea Mattioli e alla Madonna di Provenzano. Un'impresa che si discostava dal suo stile abituale, ma la accettò.
"Ricordo bene quel giugno 2001, in occasione della presentazione nell'Entrone - sottolinea Benocci. - Giuliani apparve in bianco, come una visione. Sembrava uscito da un film americano o da un affresco del Buon Governo. Poi ci conoscemmo a Palazzo Pubblico, alle trifore che guardano sulla Piazza. Ne nacque una corrispondenza interrotta solo dopo l'11 settembre, per timore dell'antrace. Ho ancora ben presenti le sue lettere: carta gialla, calligrafia elegante, inchiostro bruno. Era un artista silenzioso e profondo, arrivato a Siena per caso. Anzi, per errore". Altro non vuole dire, ma rimanda con entusiasmo alla lettura del libro di Consales per capire come andò. Tra quelle pagine, arricchite dalle illustrazioni di Riccardo Guasco (autore del Drappellone del 16 agosto 2024 vinto dalla Lupa), si narra una storia incredibile, fatta di equivoci, inseguimenti e sogni, ma tutta vera e documentata. Una narrazione snella, quasi gialla, che parte dal 1996 e si snoda attraverso gli anni, basata su fonti archivistiche, comunicati ufficiali, lettere e perfino messaggi social.
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