Siena
Siamo in una spirale di povertà e di precarietà. Il 92% dei contratti sono precari, in media si lavora tre mesi. Dal 2019 ad oggi si è incrementato del 150% il ricorso ad ammortizzatori sociali. Le retribuzioni diventano più basse. Alice D’Ercole, segretaria provinciale della Cgil Siena, commenta così la situazione in provincia di Siena in occasione della festa dei lavoratori di domani (1 maggio 2025).
Nell’ultimo anno il territorio senese ha vissuto una serie di crisi aziendali, tra le quali la più eclatante è stata Beko, ma purtroppo non è stata l’unica: “Sono stati coinvolti l’8% dei lavoratori dipendenti del territorio. Attraversano tantissimi settori, come anche quello della moda sull’Amiata. Beko è un caso emblematico di multinazionali che arrivano, si accaparrano quote di mercato e poi delocalizzano. In un’altra crisi, quella di Avi.coop, c’erano 180 dipendenti precari su 200 totali e non hanno potuto difendersi allo stesso modo. Per ogni crisi non c’è un danno solo per i lavoratori occupati in quell’azienda, ma un riflesso pesante per l’indotto. Abbiamo rilevato che nell’ultimo anno nel Senese abbiamo perso 1.200 posti di lavoro: un’emergenza sulla quale dobbiamo intervenire”.
Il primo maggio si concentrerà su un tema in particolare, quello della sicurezza sul lavoro, che troppe volte viene, fatalmente, ignorata: “Abbiamo tanto da fare – sottolinea D’Ercole -. Non possiamo assistere a una strage continua. Solo nel 2024 1.090 decessi sul lavoro, ovvero tre persone che escono di casa e non tornano più. C’è il diritto di tornare a casa vivi e sani. Perché ci sono stati anche 585.000 infortuni”.
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