L’Accademia Chigiana di Siena è in lutto, come tutta la cultura mondiale, per la scomparsa di Pierre Audi, figura di riferimento nel panorama internazionale dell’opera e delle arti performative, morto a Pechino all’età di 67 anni. Nato a Beirut nel 1957, ha vissuto tra Parigi e Londra, sviluppando fin da giovane una visione artistica aperta al dialogo tra culture e linguaggi differenti. Il suo percorso ha influenzato profondamente il teatro musicale contemporaneo. Fondatore dell’Almeida Theatre di Londra nel 1980, ha collaborato con grandi nomi della scena mondiale, tra cui Bob Wilson, Peter Brook e Robert Lepage. La sua attività registica è stata apprezzata per la capacità di coniugare tradizione e innovazione, con una particolare attenzione al valore visivo e simbolico delle opere. Tra i suoi lavori più noti figurano il ciclo completo del Ring di Wagner, i Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc, Saint François d’Assise di Messiaen e Die Zauberflöte di Mozart diretto da Riccardo Muti. Ha inoltre commissionato opere a compositori come György Kurtág, Alfred Schnittke e Louis Andriessen, coinvolgendo artisti visivi del calibro di Anish Kapoor e Yannis Kounellis. Dal 1988 al 2018 ha diretto la De Nationale Opera di Amsterdam e, per un decennio, l’Holland Festival, contribuendo al rinnovamento della scena musicale olandese. Nel 2015 ha assunto la direzione del Park Avenue Armory di New York, mentre dal 2019 ha guidato il Festival d’Aix-en-Provence, la cui edizione 2025, da lui ideata, ruoterà attorno al tema del cambiamento, mettendo a confronto repertori storici e contemporanei.
Il suo legame con Siena è diventato indelebile nel 2023, quando partecipò al convegno per il centenario dell’Accademia Chigiana, in occasione del Chigiana international journal of musicological studies. Durante quell’incontro, Audi aveva condiviso idee e prospettive affini alle strategie dell’istituzione senese, in particolare sul ruolo della formazione e sul sostegno alla creatività giovanile. Il direttore artistico Nicola Sani, ha ricordato la lunga collaborazione e l’importanza della sua visione nel panorama culturale internazionale: "E’ stato un protagonista indiscusso del teatro musicale, sempre capace di anticipare i tempi e leggere con lucidità i cambiamenti artistici in atto. La sua presenza a Siena per il nostro centenario fu un momento prezioso di scambio e di ispirazione".