SIENA
Da sinistra Giuseppe Cesarano, Barbara Tibaldi e Massimo Martini
In quell’88% e spiccioli (88,42 per la precisione) c’è tutta la voglia di Siena di scrollarsi il passato alla spalle. I lavoratori di viale Toselli perciò non hanno avuto remore a votare in senza affermativo l’accordo raggiunto al ministero sulla vertenza Beko.
Su 259 votanti (su 296 dipendenti totali) 229 hanno dato il proprio benestare, mentre 27 hanno espresso parere sfavorevole. In tre si sono astenuti. Solo a Cassinetta (94%) c’è stata una predominanza maggiore del sì rispetto a quanto avvenuto in Toscana.
Con il risultato in tasca, ora lunedì le parti sociali si potranno presentare lunedì al ministero per la firma dell’intesa. Formalità che però darà al personale quella garanzia a lungo inseguita e per quanto riguarda Siena un orizzonte retribuito di due anni oppure un cifra sostanziosa se decideranno di andarsene entro il 2025.
Insieme al personale festeggia anche il sindaco Nicoletta Fabio, che però è decisa a non fermarsi. “Il risultato del referendum è il primo passo di questa battaglia, perché bisogna continuare a lavorare e lottare tutti insieme per dare nuova vita allo stabilimento”, ha evidenziato il primo cittadino, aggiungendo poi: “Oggi mi sento sollevata, rincuorata e confortata e sento il dovere da una parte, ma anche maggiore coraggio per portare avanti la strada che abbiamo intrapreso”.
Pensiero che non è così distante da quello espresso da Barbara Tibaldi, segretaria nazionale della Fiom Cgil, che ieri in visita in viale Toselli. “Qui questa vertenza si concluderà, il primo giorno di lavoro con la nuova busta paga del nuovo reindustrializzatore – ha evidenziato la sindacalista -. Questo lo sappiamo noi, lo sanno i lavoratori e lo sanno le istituzioni a tutti i livelli”. Poi rincarando la dose ha aggiunto: “Il presidio non si smonta, perché adesso, dopo che abbiamo impedito di distruggere è ora di costruire e costruiamo noi”.
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