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I numeri

Morti sul lavoro, cresce l'allarme. Aumentano le donne uccise, ecco le regioni più colpite

Gli inquietanti dati: quasi 300 famiglie hanno perso un loro caro

Claudio Coli

06 Giugno 2025, 18:44

Incidente sul lavoro

Incidenti sul lavoro nel 2025, i dati crescono

Nei primi quattro mesi del 2025, l'Italia ha registrato un inquietante aumento delle morti sul lavoro, toccando quota 291 decessi, un incremento dell'8,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato emerge dall'Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega. Questo significa che quasi 300 famiglie hanno perso un loro caro, una cifra allarmante che rappresenta un chiaro campanello d'allarme sulla sicurezza del lavoro nel nostro paese.

Le cifre parlano chiaro: 211 di queste vittime hanno perso la vita durante l'attività lavorativa, e 80 in incidenti in itinere, ovvero durante il tragitto casa-lavoro. Particolarmente drammatiche sono le statistiche riguardanti le lavoratrici, con un incremento del 50% di decessi rispetto all'anno precedente. La distribuzione geografica dei decessi evidenzia come più della metà del territorio nazionale sia in condizioni critiche, con sette regioni in zona rossa, tra cui Basilicata, Umbria e Sicilia, e altre sei in zona arancione. Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia registrano il maggior numero di vittime, confermando così un trend negativo che sembra inarrestabile.

I settori maggiormente colpiti sono le Costruzioni, i Trasporti e il Magazzinaggio, e le Attività Manifatturiere, mentre il venerdì si conferma, anche in questo quadrimestre, come il giorno della settimana con il più alto tasso di infortuni mortali. Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, ha commentato la situazione sottolineando l'importanza di recenti interventi normativi volti a migliorare la formazione sulla sicurezza per i datori di lavoro, auspicando un cambiamento di paradigma nella cultura della sicurezza tra le aziende italiane. Analizzando i dati demografici, gli over 65 risultano i lavoratori con più alta incidenza di morti sul lavoro, seguiti da quelli nella fascia 55-64 anni.

Preoccupante anche il bilancio per i lavoratori stranieri, il cui rischio di morte risulta pressoché doppio rispetto ai colleghi italiani. In questo contesto complesso, un dato fa ben sperare: le denunce di infortunio totali sono leggermente diminuite (-0,9%) rispetto al 2024, indicando forse un piccolo passo avanti nella direzione giusta, ma insufficiente per contrastare una tragedia nazionale che necessita di interventi urgenti e mirati.

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