SIENA
In Toscana si è registrato il primo caso di suicidio assistito dopo l'approvazione della legge regionale che regola modalità e tempi di somministrazione dei farmaci per la morte volontaria assistita, norma entrata in vigore a febbraio e successivamente impugnata dal governo a maggio.
Il protagonista è Daniele Pieroni, scrittore e musicista di 64 anni residente a Chiusi, affetto dal 2008 dal morbo di Parkinson. A causa di una grave disfagia, era costretto a vivere con una PEG in funzione per 21 ore al giorno. Pieroni, nato in Abruzzo e dopo 40 anni trascorsi a Roma trasferitosi nel senese, aveva contattato nell’agosto 2023 l’associazione Luca Coscioni per informazioni sulla morte assistita volontaria. Marco Cappato, esponente dell’associazione, gli fornì tutte le indicazioni necessarie. Il 31 agosto Pieroni inviò la formale richiesta all’Asl Toscana Sud Est per accedere alla procedura prevista dalla legge regionale e dalla sentenza 242/19 della Corte Costituzionale (nota come sentenza Cappato-Dj Fabo).
Dopo le verifiche previste dalla normativa, il 22 aprile l’Asl ha risposto positivamente. Il 17 maggio, a casa sua, Daniele Pieroni ha potuto autosomministrarsi il farmaco letale in presenza di due dottoresse, un medico legale dell’Asl, la coordinatrice della cellula toscana dell’associazione Luca Coscioni Felicetta Maltese, il fiduciario Leonardo Pinzi, le sue badanti e familiari. Alle 16:47 ha attivato il dispositivo a doppia pompa infusiva e alle 16:50 è deceduto serenamente. Il personale sanitario è stato definito esemplare sia sotto il profilo professionale che umano. Maltese ha sottolineato l’importanza che la legge abbia funzionato e che l’Asl abbia rispettato i tempi con serietà e rispetto.
La legge regionale toscana, prima in Italia a regolamentare il suicidio medicalmente assistito, è stata approvata il 11 febbraio 2025 dal Consiglio regionale con il sostegno del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle, mentre il centrodestra si è opposto. La norma stabilisce tempi certi e modalità precise per l’accesso alla procedura, obbligando le Asl a fornire medici e materiali a chi ne ha diritto. Nonostante l’impugnazione da parte del governo, la legge resta in vigore fino al pronunciamento della Corte Costituzionale, come confermato dal presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo.
Questo caso rappresenta un importante precedente sull’applicazione concreta della legge toscana sul fine vita, confermando la possibilità per i pazienti in condizioni gravi e irreversibili di esercitare il diritto alla morte volontaria assistita nel rispetto delle procedure previste dalla Consulta e dalla normativa regionale.
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