SIENA
Questa mattina è stato reso noto il primo caso di suicidio assistito in Toscana, a seguito dell’approvazione della legge regionale sul fine vita. L’evento ha suscitato immediatamente un acceso dibattito pubblico e istituzionale.
Il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente della Conferenza Episcopale Toscana, è intervenuto con una dichiarazione in cui esprime profonda amarezza per il caso. Ha sottolineato come, di fronte alla malattia grave e alla sofferenza, sia necessario agire con massimo rispetto e accompagnamento spirituale, ribadendo il principio dell’inviolabilità della vita umana “dal concepimento alla morte naturale”.
Il cardinale ha inoltre evidenziato l’urgenza di un confronto nazionale serio e lontano dai riflettori mediatici, che metta al centro le cure palliative. “La solitudine e il dolore devono trovare una rete di sostegno – ha affermato – Il diritto alle cure palliative è un diritto fondamentale da garantire a tutti i pazienti, e su questo c’è ancora molto da fare”.
Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, ha commentato la vicenda sottolineando che la legge regionale ha colmato un vuoto normativo momentaneo, in attesa di una regolamentazione nazionale. “È la dimostrazione di quanto sia vano il tentativo di dichiararla incostituzionale – ha spiegato Giani – La Regione ha agito per rispondere a un’esigenza concreta, ma non ha la presunzione di fornire una soluzione definitiva”.
Giani ha ribadito la necessità di una legge nazionale che possa adattare e uniformare i principi affermati dalla Corte Costituzionale, garantendo così chiarezza e sicurezza giuridica sul tema delicato del fine vita.
Il primo caso di suicidio assistito in Toscana riapre dunque il dibattito su un tema complesso e sensibile, evidenziando la necessità di un confronto approfondito e di politiche sanitarie che mettano al centro la dignità e il sostegno al paziente.
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