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Siena

Mps sfida Mediobanca: la fusione ambiziosa tra dubbi e resistenze del mercato. Spunta un esposto in Procura?

Scontro tra giganti del settore bancario italiano: il punto della situazione sulla discussa operazione

Caterina Iannaci

12 Giugno 2025, 17:30

Rocca Salimbeni Mps

Mps-Mediobanca, continua a far discutere l'operazione

Il settore bancario italiano è al centro di una battaglia epocale tra Mediobanca e Banca Monte dei Paschi di Siena (MPS), due istituti storici con visioni contrastanti sul futuro del sistema finanziario nazionale.

Banca Monte dei Paschi di Siena sta accelerando sul progetto di fusione, proponendo un’operazione ambiziosa che potrebbe dare vita a un terzo grande polo bancario italiano, al fianco di Intesa Sanpaolo e UniCredit. Tuttavia, il mercato e gli analisti esprimono forti dubbi sulla riuscita e sulla convenienza dell’operazione.

L’offerta pubblica di scambio (Ops) prevede che Mps emetta nuove azioni da scambiare con quelle di Mediobanca con un rapporto di circa 2,53 azioni Mps per ogni titolo Mediobanca, dopo aggiustamenti dovuti allo stacco dividendi. Questo implica un premio del 5% per gli azionisti di Mediobanca e una valutazione complessiva della banca milanese intorno ai 13,3 miliardi di euro.

Tuttavia, Mediobanca ha rigettato l’offerta, definendola "non concordata e fortemente distruttiva di valore". Il management di Piazzetta Cuccia sottolinea l’assenza di un razionale industriale e finanziario, evidenziando che l’operazione rischia di compromettere la reputazione e la redditività della banca, soprattutto nei settori del Wealth Management e dell’Investment Banking. Inoltre, la doppia operazione con l’acquisizione di Banca Generali da parte di Mediobanca complicherebbe ulteriormente la situazione, aumentando i rischi di esecuzione per Mps.

Gli esperti di AlphaValue hanno definito la strategia di Mps come "disperata", mettendo in guardia sui rischi legati a un’operazione che mira a colmare un gap dimensionale penalizzante per la competitività della banca senese. La forte esposizione ai rischi e la complessità dell’operazione, soprattutto in un contesto di doppia fusione, alimentano il pessimismo degli investitoriUn altro ostacolo rilevante è l’integrazione culturale: MPS è radicata in una tradizione retail e territoriale, mentre Mediobanca è orientata all’investment banking e a un modello più snello e specialistico. Questa differenza rappresenta una sfida significativa per l’armonizzazione e il successo della fusione.

Infine, gli azionisti di Mediobanca potrebbero non essere sufficientemente incentivati ad accettare il concambio proposto da MPS, che prevede un premio del 5% ma un rapporto di scambio percepito come non adeguato, complicando il percorso di approvazione dell’operazione

Infine, l’adesione all’Ops da parte degli azionisti non è scontata: grandi fondi come BlackRock hanno espresso contrarietà, complicando il percorso di raccolta del capitale necessario per l’operazione.

Nonostante le difficoltà, Mps ha chiuso il primo trimestre 2025 con risultati positivi: utile netto in crescita del 24,2% a 413 milioni di euro, solidità patrimoniale ai massimi storici e ricavi sostanzialmente stabili. Questi dati testimoniano un buon momento per l’istituto, che però ritiene indispensabile aumentare la propria dimensione per migliorare la competitività e la capacità di reazione sul mercato.

La fusione tra Mps e Mediobanca rappresenta dunque un’operazione di grande rilievo per il sistema bancario italiano, ma è avvolta da numerose incognite e resistenze. Il mercato rimane scettico sulla sostenibilità e sul valore creato dall’aggregazione, mentre la complessità dell’operazione, soprattutto in un contesto di possibili acquisizioni parallele come quella di Banca Generali, rende il futuro incerto.

Il 16 giugno è prevista l’assemblea degli azionisti di Mediobanca per deliberare sull’acquisizione di Banca Generali. Questa decisione potrebbe influenzare ulteriormente l’equilibrio tra le due banche e determinare le future dinamiche del settore bancario italiano. Nel frattempo, Banca Mediolanum, altro importante azionista di Mediobanca, ha dichiarato di non prevedere impatti significativi sul proprio business in caso di esito positivo dell’acquisizione.

Non finisce qui. Nei giorni scorsi è emersa la notizia di un presunto esposto presso la Procura di Milano relativo all’operazione di offerta pubblica di scambio (OPS) di Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca, che ipotizza una possibile azione di concerto tra i principali soci Delfin e Caltagirone. Tale ipotesi solleva dubbi su un accordo non dichiarato tra i due gruppi nell’ambito della complessa partita finanziaria che coinvolge Piazzetta Cuccia, sede di Mediobanca.

Tuttavia, fonti ufficiali di Mediobanca hanno smentito di aver presentato un esposto alla Procura riguardo a questa operazione, precisando che non esistono denunce su presunti concerti relativi alle attuali operazioni di mercato. Secondo quanto riportato, l’esposto in questione sarebbe stato depositato da altri soggetti coinvolti, probabilmente tramite i loro legali, e non direttamente da Mediobanca.

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