Siena
Caporale, leader degli animalisti, attaccò il Palio di Siena
In seguito a una sentita lettera di scuse rivolta all’intera comunità senese, al Comune di Siena e al Consorzio per la Tutela del Palio, è stata ritirata la querela nei confronti del leader degli Animalisti Italiani, Walter Caporale, accusato di diffamazione per gli insulti rivolti al Palio e ai contradaioli il 3 luglio 2020 durante la trasmissione radiofonica La Zanzara su Radio24, e finito a processo.
Il procedimento penale scaturito dalla vicenda è terminato oggi: dopo la lettera di scuse presentata da Caporale, che riconosce di aver esagerato nelle sue dichiarazioni e rivede alcune posizioni sulla gestione e l’utilizzo dei cavalli durante il Palio, pur non condividendole. Comune e Consorzio – rappresentati dall’avvocato Filippo Cei - hanno ritirato la querela e il giudice ha così dichiarato estinto il procedimento con il non luogo a procedere. Comune e Consorzio, in difesa della comunità, si erano mossi con l'intento primario di dare un segnale e porre dei limiti con certe affermazioni nei confronti della Festa senese.
Caporale fu querelato, nello specifico, dopo aver usato in onda sulla radio parole pesanti e offensive nei confronti del Palio, definendo “sadici e incivili” gli organizzatori e paragonando i contradaioli ad “assassini, pedofili e stupratori”. Attacchi inaccettabili che non passarono inosservati, facendo scattare l’azione giudiziaria del mondo paliesco senese, sfociata nel procedimento partito a Siena e poi trasferito per competenza territoriale a Lanciano. Caporale, pur criticando il Palio, in udienza aveva minimizzato le sue parole legandole a un contesto goliardico, e paventò la possibilità di chiedere la scorta qualora fosse stato giudicato nella città senese.
“Desidero esprimere profondo rammarico - ha detto Caporale - per il fatto che alcune espressioni utilizzate nel corso di quella intervista siano state percepite come ‘gravemente offensive e lesive dell’onore e della moralità dei cittadini senesi’ rappresentati dal Sindaco e dal Consorzio di tutela del Palio. Non era assolutamente mia intenzione attaccare la dignità personale o collettiva dei soggetti coinvolti né tanto meno dei cittadini senesi. Nel corso dell’intervista, del resto, non ho mai espressamente paragonato e soprattutto, mai paragonerei, i cittadini e i sostenitori del Palio a dei soggetti infami e ignobili come lo sono gli ‘stupratori e i pedofili’. Prendo atto che le parti lese hanno ribadito come i cavalli utilizzati nel corso del Palio siano accuratamente selezionati, seguiti e sottoposti a cure costanti e che le medesime attenzioni vengono garantite anche ai cavalli ‘a fine carriera’. Ed è proprio per questo che ribadisco come l’iperbole espressiva da me utilizzata era volutamente estremizzata per mettere in luce la mia posizione altamente critica relativa all’utilizzo degli animali in contesti rischiosi. Pertanto, pur rimanendo fermo sulle mie posizioni etiche, correggo i toni e presento le mie scuse a chi si è sentito moralmente offeso".
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