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Siena

Mirò, il puledro d’oro di Siena: “Che soddisfazione”

Allenato da Luca Bruni e sostenuto da un gruppo di contradaioli, l’anglo-arabo nato a Pian delle Fornaci si conferma tra le rivelazioni dell’ippica italiana.

Andrea Bianchi Sugarelli

17 Giugno 2025, 07:00

Mirò e Luca Bruni

Mirò, tre anni, figlio di Bomario Da Clodia e della preziosa Osala, si sta imponendo tra i migliori soggetti anglo-arabi nazionali. Nato e cresciuto a Siena nell’allevamento di Simone Pacchierotti, contradaiolo della Pantera, ha conquistato tre vittorie consecutive e attirato l’attenzione dell’ippica italiana. Al debutto a Firenze ha sbaragliato la concorrenza sotto gli occhi increduli degli addetti ai lavori, poi si è ripetuto al Gran Premio, sempre a Firenze, facendo capire che ‘i cavalli non si inventano’.

Un grande galoppo, tranquillità e sicurezza dimostrata anche sabato scorso a Chilivani nel Gran premio della Confederazione dell'Anglo Arabo, l’appuntamento più importante del settore, meeting internazionale giunto quest’anno all’edizione numero 39.

Montato in pista da Francesco Dettori, Mirò vive e si allena ogni giorno nella pista di Pian delle Fornaci, seguito costantemente dall’allenatore Luca Bruni (anche lui contradaiolo del rione delle Due Porte) e dai suoi dodici proprietari, tutti senesi e di varie contrade: Chiocciola, Civetta, Bruco, Pantera: “Siamo un bellissimo gruppo di amici, in Sardegna è stato uno spasso, giorni felici e di divertimento che si sono chiusi con la ciliegina sulla torta” racconta con soddisfazione Luca Bruni che parla anche del sorprendente percorso di questo giovane cavallo.

Mirò è davvero ‘made in Siena’…

"Vero, nato e cresciuto qui. Ci sta dando grandi soddisfazioni, penso che tutti vorrebbero avere un cavallo così. Mirò fa parte di un progetto partito da Simone Pacchierotti che alleva gli anglo-arabi e ha insistito per provare ad allenare questo puledro insieme a me. Si sono uniti poi altri amici, tutti accumunati dalla stessa passione per il cavallo e per le corse, soprattutto. Così abbiamo deciso di provare: da ottobre il cavallo è stato messo sotto doma, in allenamento, era ancora un puledrino, ma abbiamo aspettato il momento giusto per spingere. Siamo stati attenti e pazienti, e appena abbiamo provato a correre abbiamo vinto subito".

Si era accorto subito delle qualità del cavallo?

"Dirlo ora sembra facile, ma qualcuno può testimoniare che ogni tanto ho detto: “Questo cavallo mi sta dando dei brividi”. La stoffa c’era e alla fine è andata bene".

Quali sono i progetti per il futuro?

"Adesso un cavallo del genere diventa impegnativo anche a livello di programma, sinceramente non ci sono molte corse a disposizione, però al momento il programma prevede di fare il Derby italiano degli anglo-arabi a settembre a Firenze. Poi, se dovesse andare tutto bene, magari penseremo anche alla Francia".

C’è già qualcuno che si è fatto avanti, che è interessato a questo cavallo?

"Sinceramente sì, ma è ancora presto. Ci vogliamo divertire noi".

Allenarlo a Pian delle Fornaci ha anche un altro significato, ha un valore proprio cittadino non crede?

"Sì, sicuramente. Poi io sono cresciuto a Pian delle Fornaci, basti pensare che appena ho avuto il motorino venivo sempre alle corse e quando ho avuto la possibilità ho messo su un cavallino proprio qui. Per me questo luogo è nel cuore, e vedere ora questo galoppatoio pieno di cavalli è davvero una soddisfazione".

Il Galoppatoio, tra l’altro, è tenuto molto bene. Cosa ne pensa?

"Tutto procede bene, manca solo qualche piccolo accorgimento per completare l’opera, però va bene così".

"Nelle vostre idee, proprio come gruppo di amici e proprietari, pensate di puntare anche a un cavallo per il Palio, o solo alle corse regolari?"

"Sinceramente, io avendo un ruolo all’interno del Palio, ho sempre tenuto le due cose separate. Sarebbe una sovrapposizione di incarichi: cavallaio e barbaresco secondo me non vanno d’accordo".

E del gruppo di amici, cosa puoi dirci?

"Siamo molto affiatati: la trasferta in Sardegna è stata eccezionale, ci siamo divertiti tanto, abbiamo riso, scherzato, ma nei momenti importanti abbiamo mantenuto l’attenzione e poi ci siamo goduti il resto, compreso il brivido finale".

A Chilivani c’era anche qualcuno di Siena che si trovava in vacanza in Sardegna e voleva vedere la corsa…

"Sì, è stato bello. A Chilivani appena c’è una corsa importante, qualcuno di Siena ce lo trovi sempre. È stata una doppia soddisfazione".

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