Abbadia San Salvatore
Brillante operazione compiuta dai carabinieri della compagnia di Montalcino e della tenenza di Abbadia San Salvatore, i quali, nei giorni scorsi, prontamente avvisati dalla vittima della ennesima “estorsione aggravata” con la tecnica “del finto carabiniere e dell’incidente stradale”, sono riusciti a mettersi sulle tracce dei malviventi e a recuperare il maltolto. Il canovaccio utilizzato è sempre lo stesso e ormai arcinoto, visti i numerosissimi casi denunciati nella nostra provincia, particolarmente battuta, ma anche sul territorio nazionale. E così è accaduto per la ennesima volta anche a Abbadia San Salvatore. Una persona anziana, che vive sola, è stata contattata al telefono da un “finto” avvocato, il quale le ha comunicato che un suo familiare aveva causato un grave incidente e che si trovava nella caserma dei carabinieri in stato di fermo.
E che, per rimetterlo in libertà, serviva - a titolo di cauzione - una certa somma di denaro e/o la consegna dei gioielli. Le è stato quindi richiesto anche il numero di cellulare, in modo da isolarla completamente. Sul cellulare è stata infatti contattata da un “finto” maresciallo, che le ha spiegato cosa era accaduto e le ha annunciato la visita di un collaboratore, per il ritiro della somma dovuta. La donna non è caduta nella trappola e ha posto resistenza, dicendo che secondo lei era tutta una truffa. Ma dall’altro lato del telefono il “finto” nipote la implorava di non perdere tempo e lei ha dovuto cedere. Dopo aver consegnato al “collaboratore” arrivato alla sua porta la somma e i gioielli prontamente raccolti, ha subito avvertito i familiari e la locale stazione dei carabinieri.
È scattato il piano delle forze dell’ordine, le quali sono riuscite a mettersi sulle tracce dei malviventi, in fuga verso il Sud, essendo stati fermati in autostrada a Orvieto. Qui sono stati tratti in arresto per tentata estorsione aggravata in concorso e tradotti in carcere. Alla donna truffata, che ha riconosciuto via internet i gioielli e i soldi rubati, è stata riconsegnata l’intera refurtiva. Lo shock emotivo è stato fortissimo, ma l’avere avuto la tempestività nel denunciare l’accaduto e il vedere tornare indietro denaro e beni preziosi, che si temevano perduti, sono stati alla fine motivo di grande soddisfazione.
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