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Colle di Val d'Elsa

Caldo asfissiante, scatta lo sciopero

I lavoratori di Globo hanno deciso di fermarsi per le temperature registrate nel punto vendita, dove l’aria condizionata non funziona

Aldo Tani

28 Giugno 2025, 18:02

Globo

Globo, fa troppo caldo: sciopero dei dipendenti

Nel punto vendita Globo di Colle Val d’Elsa i lavoratori sono arrivati al limite della sopportazione. Anzi, quella soglia è già stata superata, tanto che ieri i dipendenti hanno deciso di scioperare per tutto il turno. “L’adesione è stata pressoché totale”, fa notare Massimiliano Fabozzi della Filcams Cgil. Il motivo della serrata è legato alle temperature insostenibili registrato all’interno del centro commerciale. Rese ancora più difficili dalle enormi vetrate esterne, che riflettono il sole e rendono lo spazio un forno. E a poco servono le tende utilizzate per ripararsi.

“Sono sei anni che andiamo avanti così e non ne possiamo più”, esordisce Barbara Cantiello, che insieme alla trentina di colleghi non è più disposta ad accettare il protrarsi di questa situazione. “Abbiamo manifestato all’azienda tutto il nostro disagio – dice la lavoratrice, membro della Rsu – per un impianto di condizionamento che non appena le temperature diventano elevate, va in blocco. Negli ultimi giorni siamo arrivati a 35 gradi. E’ un disagio non solo per noi ma anche per i clienti, che magari vanno via subito senza fare acquisti perché dentro non si respira”.

La risposta della proprietà è contenuta negli interventi di manutenzione ordinaria, che sono gocce nel mare di fronte al termometro che ogni giorni fa segnare un nuovo record. “Io non sono un tecnico, ma ogni volta dopo un paio di giorni dove tutto sembra normale, ci ritroviamo punto e capo. Il problema è che la macchina è vecchia e non riesce a reggere i ritmi necessari”, osserva Cantiello, preoccupata che il perdurare di questo stallo possa arrecare danni alla salute dei dipendenti. E non sarebbe una novità.

“Già l’anno scorso abbiamo fatto venire il 118 perché una collega si era sentita male – ricorda la lavoratrice -. Non tutti reagiamo allo stesso modo al caldo. In più non abbiamo punti di ristoro, solo i distributori. Abbiamo fatto presente il malcontento alla nostra referente, ma per ora non è arrivata risposta”. Neppure il sindacato è riuscito a ottenere un qualche impegno concreto da parte dell’azienda. Il 23 giugno a causa della situazione insostenibile è iniziato lo stato di agitazione, scaturito poi nello sciopero di ieri. “Lunedì invieremo una pec all’azienda chiedendo un incontro – dichiara Fabozzi della Filcams Cgil -. Nessuno si tira indietro da lavorare, ma è opportuno farlo con le migliori tutele possibili”.

Il sindacato tuttavia è disposto anche a tendere una mano, a patto che dall’azienda arrivino segnali: “La soluzione migliore, per tutelare la salute delle lavoratrici e dei lavoratori al fine di evitare infortuni causati da mancamenti e cali di pressione, sarebbe quella di rifare l’impianto ex-novo, qualora questo non fosse possibile, chiediamo la sostituzione delle parti inefficienti del vecchio impianto poiché alcune di esse non funzionano correttamente”.

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