Salute
Pronto Soccorso ospedale le Scotte
La Toscana è alle prese con un’ondata di caldo africano senza precedenti, che sta facendo registrare temperature record fino a 40 gradi in molte località, tra cui Firenze, dove si sono toccati i 38,4°C e si prevedono punte oltre i 40°C nei prossimi giorni. Questa emergenza climatica sta provocando un aumento significativo dei malori legati al caldo, come disidratazione, ipotensione e colpi di calore, con un conseguente incremento degli accessi ai pronto soccorso della regione.
I reparti ospedalieri segnalano un afflusso crescente di pazienti, soprattutto anziani e persone fragili, che si presentano con sintomi riconducibili all’afa intensa. A Siena ad esempio si registrano accessi, nel mese di giugno, molto più alti rispetto allo scorso anno, con medie di oltre 200 persone al giorno, e un picco da 240. Il pronto soccorso è preso d'assalto da anziani, turisti, cittadini, persone in arrivo dalla provincia e da altri territori, soprattutto verso il weekend, tra il venerdì e il lunedì. Al momento in cui scriviamo ad esempio si risultano oltre 50 accessi al pronto soccorso senese.
A Firenze e in altre città toscane, i casi di sincopi e collassi sono in aumento, con necessità di monitoraggi e ricoveri temporanei per garantire cure adeguate. L’attenzione è massima anche per le fasce orarie serali e notturne, quando si registrano i picchi di accessi.
L’allerta è confermata anche dal Ministero della Salute, che ha esteso il bollino rosso per il caldo a numerose città italiane, tra cui Firenze, prevista tra le 20 città più a rischio per venerdì 4 luglio, giorno in cui si prevede il picco dell’ondata calda. Le temperature percepite raggiungeranno i 38 gradi, mettendo a dura prova la salute pubblica.
Purtroppo, il caldo record sta già mietendo vittime anche in Toscana: si registrano decessi correlati a malori da calore, in un contesto in cui l’afa si combina con altre condizioni di salute precarie. Le autorità sanitarie e locali hanno attivato piani di emergenza con strutture climatizzate e servizi di supporto per le persone più vulnerabili, ma l’allarme resta alto.
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