Cronaca
Una nuova lettura di quanto potrebbe essere avvenuto la mattina del 13 agosto 2007 nel delitto di Garlasco la fornisce la professoressa Luisa Regimenti, medico legale e docente dell’Università Tor Vergata. La docente è stata intervistata dalla giornalista Rita Cavallaro per la rivista Gente e ha analizzato il referto dell’autopsia su Chiara Poggi. Le sue dichiarazioni sono choccanti e aprono a scenari e a una scena del delitto ben differente rispetto a quello stabilito dalla sentenza della Cassazione che ha condannato alla pena di 16 anni Alberto Stasi.
Secondo il medico legale, infatti, l’uccisione di Chiara Poggi sarebbe arrivata al termine di una lunga dinamica assassina e sarebbe stata effettuata da almeno due persone e con differenti armi del delitto. Ciò, secondo Regimenti, emergerebbe anche dalle ferite che sono state trovate sul corpo di Chiara, comprese alcune ferite agli occhi che secondo il medico legale non sarebbero compatibili con la tipologia di arma del delitto che è stata ipotizzata fino a oggi (e mai trovata) e che farebbero immaginare che l’omicidio sia stato composto da differenti momenti all’interno della villetta di via Pascoli.
Il medico legale parla di una “esecuzione brutale” e ciò confermerebbe il quadro secondo il quale l’uccisione di Chiara Poggi non sarebbe stata un omicidio “a sfondo sessuale”.
Analizzando il referto dell’autopsia il medico legale ipotizza che gli assassini (la docente parla infatti di due persone) sarebbero stati spinti da un forte odio nei confronti della ragazza 26enne, anche se non è chiaro quale sarebbe stato il motivo, e quindi il movente, dell’omicidio.
Dice il medico legale alla rivista Gente: “È stata un’esecuzione brutale: chiunque l’abbia uccisa la conosceva ed era animato da un odio cieco. Erano almeno due persone anche perché i colpi sono stati inferti in modo diverso”. Con che armi? Afferma la dottoressa Luisa Regimenti: “Con un coltello svizzero Chiara è stata torturata mentre qualcuno la teneva immobilizzata sul divano. Le sono stati inflitti due tagli netti sulle palpebre, segno che aveva visto qualcosa che non avrebbe dovuto vedere. Poi è riuscita a scappare verso la porta ed è stata picchiata. Infine è stata colpita con un’ascia e un martello, che l’ha uccisa con forza notevole”.
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