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Il caso

Assassinio del cane eroe Bruno, dolore e sconcerto in tutta Italia. Quanto rischiano i responsabili con la nuova legge, la rabbia della Meloni, cosa ha detto

Ci saranno pene severe agli autori dell'atroce gesto con la nuova legge contro violenze e maltrattamenti sugli animali

Caterina Iannaci

06 Luglio 2025, 12:33

Bruno

Ucciso il cane eroe Bruno

Dolore e incredulità un po' in tutta Italia per la morte del cane eroe Bruno, un bloodhound molecolare ucciso a Taranto con un'esca piena di chiodi. Un animale che nel corso della sua carriera aveva ritrovato nove persone disperse ed era stato anche premiato dal presidente del Consiglio.

Chi era Bruno

Bruno è stato preso in Belgio, ha seguito corsi di addestramento in Svizzera diventando un autentico angelo salvatore. Nelle missioni in cui è stato finora impegnato aveva recuperato numerosi dispersi. Non era un cane qualunque, era conosciuto per il suo carattere dolce e protettivo, un vero compagno di vita per molte persone in città. "Ciao amico mio - è stato il doloroso saluto del suo istruttore - nella tua breve missione hai riportato a casa 9 dispersi. Sei stato premiato dalle massime autorità per il tuo lavoro. Hai lottato per una vita intera ad aiutare l'essere umano, e lo stesso umano ti ha fatto questo. Quando un vostro parente avrà bisogno di Bruno, lui non ci sarà".

Le reazioni

"Una notizia che stringe il cuore, un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che ai fatto, Bruno", scrive su X la premier, Giorgia Meloni. La deputata Michela Vittoria Brambilla annuncia anche la presentazione di una denuncia formale per la costituzione di parte civile "se, come auspicabile, vi sarà un processo".

"Un'esca riempita di chiodi - ricorda Brambilla - ha dato a Bruno una morte orrenda, lunga e dolorosissima, per l'emorragia interna, proprio a lui che aveva salvato tante vite di uomini. Al pensiero di tale sconfinata efferatezza c'è da vergognarsi di appartenere alla razza umana. Probabilmente chi ha compiuto questo gesto nefando non lo ha fatto per cieca crudeltà, ma con uno scopo preciso, perché Bruno aveva contribuito a far sequestrare cani utilizzati nei combattimenti. A maggior ragione - prosegue la deputata - occorre individuare il colpevole e applicare la pena prevista dalla legge Brambilla. Lo dobbiamo a questo nobile animale, vittima di una mano ignobile e scellerata".

"Chiedo alle forze dell'ordine di compiere ogni sforzo perché il responsabile della morte del cane Bruno sia assicurato alla giustizia e ne risponda secondo le nuove norme della legge Brambilla, che prevede per chi uccide un animale adoperando sevizie o prolungandone volutamente le sofferenze fino a 4 anni di carcere e 60 mila euro di multa", conclude Brambilla, Nm, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente.

Cosa rischiano i responsabili 

Dal 1° luglio 2025 entra in vigore la nuova legge sui maltrattamenti animali. Questa normativa, spesso definita “Legge Brambilla” dal nome della promotrice, introduce pene molto più severe e un approccio innovativo nella tutela degli animali, finalmente riconosciuti come soggetti giuridici titolari di diritti propri.

La legge prevede pene detentive e sanzioni economiche pesanti per chi maltratta, abbandona o uccide un animale. In particolare, chi uccide un animale rischia la reclusione da sei mesi a tre anni, con multe che possono arrivare fino a 30.000 euro. Se l’uccisione avviene con crudeltà, sevizie o causando sofferenze prolungate, la pena può salire fino a quattro anni di carcere e 60.000 euro di multa. Anche il maltrattamento, inteso come qualsiasi comportamento che provochi dolore, lesioni o sofferenze ingiustificate, è punito con il carcere fino a due anni e sanzioni fino a 30.000 euro. Le pene si aggravano ulteriormente se il reato viene commesso davanti a minori, su più animali o se la violenza viene ripresa e diffusa online.

Un aspetto particolarmente innovativo della nuova normativa riguarda la detenzione degli animali in condizioni incompatibili con la loro natura: chi tiene un animale in spazi angusti, senza cure o in stato di abbandono rischia multe salate, anche senza che vi siano lesioni evidenti. Viene inoltre introdotto un divieto assoluto, su tutto il territorio nazionale, di tenere i cani alla catena, con sanzioni specifiche per i trasgressori.

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