Dazi di Trump sul vino, i Consorzi senesi fanno muro: "Paura e incertezza. Vanno eliminati"
I produttori stremati dal balletto. Sarebbero a rischio tra i 15mila ei 18 mila posti di lavoro nei comparti vino, agroalimentare, aziende artigianali, pelletteria e design in Toscana
I nuovi dazi al 30% minacciati dal presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump fanno tremare i produttori vitivinicoli della provincia di Siena, che ha nel vino un comparto di centrale importanza economica e commerciale. Nel territorio l’agroalimentare e i vini rappresentano il maggior mercato per esportazione, dunque i balzelli, se confermati, rappresenterebbero un colpo durissimo per l’economia locale. I produttori sono stremati dal continuo “balletto” dei tributi che incombe sulla testa delle imprese e serrano le fila, chiedendo che la questione venga risolta in maniera diplomatica nel nome del libero mercato. Si auspica non una riduzione delle percentuali ma una vera e propria eliminazione dei dazi.
“La nostra posizione – spiega Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino – è di grande paura e incertezza. I nuovi dazi paventati da Trump ci hanno fatto rimettere la guardia in maniera decisa, la quota del 30% è ovviamente insostenibile, si deve intervenire per risolvere in modo deciso il problema. Si parla – prosegue Bartolommei – di dazi finali tra il 10 e il 17%, ma questi non ci devono proprio essere. Auspichiamo che ogni barriera venga rimossa, questo balletto crea instabilità e non ci permette di programmare: il vino è un elemento cardine per l’economia della nostra provincia. E ricordo che l’indotto genera 24 miliardi anche per gli Usa, quindi sarebbe un forte colpo anche per loro”.
Anche Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e presidente A.VI.TO. l’Associazione Vini Toscani DOP e IGP, in rappresentanza dunque di 24 Consorzi di Tutela del vino toscano, chiede chiarezza, e lo fa con una lettera pubblica. “È ormai da troppo tempo che questa minaccia sta mettendo in discussione il nostro mercato rispetto a quello statunitense, sapendo che questa misura potrebbe avere un impatto devastante sul settore vinicolo toscano che esporta nel mercato americano il 37% con un valore medio annuo di oltre 400 milioni di euro” afferma nella missiva “alla luce di queste riflessioni – prosegue - si chiede un intervento tempestivo e deciso da parte delle istituzioni italiane ed europee per scongiurare l'applicazione di tali misure, è necessario riprendere un dialogo costruttivo con le controparti americane per tutelare il nostro settore che rappresenta non solo un'eccellenza del made in Italy, ma anche una componente essenziale della nostra economia”.
Nella speranza che la minaccia dazi venga quanto prima meno, si fanno i primi calcoli dei potenziali danni: secondo l'analisi di ReportAziende.it, l’export regionale verso gli Stati Uniti nei settori colpiti vale oltre 3 miliardi di euro, con un’esposizione critica nelle province di Firenze, Arezzo e Siena. L’impatto occupazionale potenziale per la Toscana è stimato tra 15.000 e 18.000 posti di lavoro a rischio, con una concentrazione nelle Pmi esportatrici e nelle aziende artigianali e familiari legate al vino, alla pelletteria, alla manifattura di design e al comparto agroalimentare certificato.
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