Cronaca
Chiara Poggi
Le tracce di dna di ignoto 3 trovate nella bocca di Chiara Poggi con le perizie dell’incidente probatorio effettuate nel corso delle nuove indagini sul delitto di Garlasco non sono frutto di una contaminazione recente di quanti hanno lavorato sul reperto. A stabilirlo è stata la genetista Denise Albani, incaricata dal gip di Pavia di effettuare gli accertamenti del caso. È una prima indicazione, comunque utile, che segue la notizia che potrebbe aver dato una svolta nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco, quella del ritrovamento di tracce di dna nella garza che fu utilizzata per l’esame orale su Chiara Poggi.
L’indagine quindi va avanti per stabilire a chi appartengano quelle tracce ritrovate dentro la bocca della ragazza. L’ignoto 3 sarà comparato con altri profili, sia con amici di Andrea Sempio (che rimane l’unico indagato, per concorso in omicidio, nelle nuove indagini sul delitto) e anche con coloro che, tra tecnici e rappresentanti delle forze dell'ordine, nelle ore successive al delitto entrarono nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Questi esami saranno ovviamente fondamentali prima di poter dire che sulla scena del delitto fosse presente un’altra persona, per l’appunto l’ignoto 3, da identificare.
Nella giornata di ieri, intanto, il procuratore di Pavia Fabio Napoleone è intervenuto con una nota su quanto sta avvenendo attorno alle nuove indagini sul delitto: “Dato il continuo attribuire alla Procura di Pavia valutazioni, ricostruzioni, attività in corso e persino stati d'animo, ritengo necessario chiarire quanto segue: i magistrati titolari delle indagini, che aggiornano costantemente il Procuratore sull'accuratezza delle verifiche condotte, si esprimeranno ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”. “Qualsiasi interpretazione proveniente da soggetti estranei all’Ufficio, in assenza di comunicati ufficiali, genera solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”, chiarisce la nota.
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