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Il caso

Delitto di Garlasco, l'incidente probatorio va a caccia di nuove impronte: ecco dove le cercherà l'esperto, cosa succede

Conferito l'incarico al dattiloscopista, ecco su cosa saranno rivolti gli approfondimenti

Caterina Iannaci

23 Luglio 2025, 13:06

Chiara Poggi

Chiara Poggi

Una nuova tappa decisiva nel caso-Garlasco, uno dei misteri italiani ancora irrisolti a distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi. Questa mattina, come riporta Adnkronos,  si è tenuta l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli per affidare al perito dattiloscopista Domenico Marchigiani l’incarico di esaminare con tecniche scientifiche avanzate la spazzatura trovata nella villetta dei Poggi il giorno del delitto, alla ricerca di impronte digitali latenti. L’obiettivo è estendere l’indagine oltre ai già noti accertamenti genetici, concentrandosi su oggetti come l’etichetta arancione dell’Estathé, sacchetti di cereali e biscotti, e la busta della spazzatura, che non erano mai stati analizzati in modo così approfondito.

Questa nuova perizia arriva a distanza di quasi 18 anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, e potrebbe rappresentare un tassello importante per fare chiarezza su elementi finora trascurati. Finora, infatti, gli esami del DNA condotti dalla genetista Denise Albani avevano rivelato il profilo della vittima su quasi tutti i reperti della spazzatura e quello di Alberto Stasi — l’ex fidanzato condannato — su una cannuccia dell’Estathé. Nessuna traccia genetica utile è stata trovata invece del nuovo indagato Andrea Sempio, il cui coinvolgimento è ipotizzato in concorso con altri soggetti nella morte di Chiara Poggi.

La novità emersa riguarda in particolare la possibile presenza di impronte digitali sui vasetti di Estathé e Fruttolo, individuate preliminarmente grazie a sofisticati metodi di luce forense che hanno messo in evidenza linee papillari, cioè i solchi unici della pelle delle dita. Si tratta di un passaggio inedito che potrebbe confermare o escludere contatti diretti con quegli oggetti, contribuendo a ricostruire la dinamica della notte del delitto.

Parallelamente agli accertamenti dattiloscopici, proseguono le indagini genetiche: particolare attenzione è rivolta ai frammenti delle unghie della vittima, dove sono stati riscontrati due profili genetici maschili, di cui uno che la Procura ritiene compatibile con Andrea Sempio. Tuttavia, i frammenti sono stati ormai utilizzati nella perizia precedente affidata al genetista Francesco De Stefano, che non era riuscito a identificare le tracce, rendendo complicati ulteriori approfondimenti.

L’incidente probatorio si svolge dunque su un doppio binario, tra genetica e dattiloscopia, con gli inquirenti che contano sulle nuove tecnologie per riuscire a far luce su uno dei casi più controversi della cronaca giudiziaria italiana. Con l’incarico al perito Marchigiani formalizzato oggi in tribunale, prende ufficialmente il via la “caccia alle impronte” sui rifiuti della famiglia Poggi, una sfida che potrebbe riservare sorprese dopo quasi due decenni di attesa.

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