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Il caso

Delitto di Garlasco, l'impronta 33 fuori dall'incidente probatorio: il motivo. Scintille in Tribunale, polemico il legale dei Poggi: "Noi non abbiamo paura della verità"

La difesa di Sempio replica: "La Procura procede nell'interesse della giustizia"

Caterina Iannaci

23 Luglio 2025, 18:42

Impronta 33

Garlasco, la famosa impronta 33 fuori dall'incidente probatorio

Un'importante novità arriva dall'incidente probatorio legato alla nuova inchiesta sul delitto di Garlasco, nel corso del quale il Gip ha conferito al perito Domenico Marchigiani l'incarico di analizzare dal punto di vista dattiloscopico la spazzatura trovata in casa Poggi dopo il delitto e il confronto tra le impronte contenute nei fogli di paracetato prelevate all'epoca e quelle di una lunga serie di persone.

La Procura di Pavia ha deciso di non ammettere la cosiddetta “impronta 33”, rinvenuta sul muro della casa di Chiara Poggi a Garlasco e attribuita dagli inquirenti ad Andrea Sempio, indagato nel nuovo filone sull’omicidio avvenuto nel 2007. Un'esclusione che segna un nuovo capitolo di tensioni tra le parti coinvolte nel caso, a quasi vent’anni dalla morte della giovane.

Il mistero della morte di Chiara Poggi fa ancora parlare tutta l'Italia

La “traccia 33”, che secondo una consulenza della difesa di Sempio “non è di Andrea Sempio” e “non contiene sangue”, era stata invece richiesta dalla famiglia Poggi per essere inserita nel confronto delle impronte durante l’udienza sull’incidente probatorio presso il Tribunale di Pavia. Tuttavia, come riportato da Giada Bocellari, uno dei legali della difesa di Alberto Stasi, a margine dell'udienza — condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio — "la difesa di Sempio si è opposta fermamente all’estensione dell’incidente probatorio a queste impronte, così come la Procura, mentre la difesa delle persone offese aveva chiesto l’estensione anche per l’impronta 33, ma c’è una sostanziale differenza: mentre le paradesive erano già oggetto di questo incidente probatorio per la parte genetica, l’impronta 33 invece è fuori dall’incidente probatorio".

L’avvocata Angela Taccia, legale di Sempio, ha aggiunto che "l’impronta 33 non ha le minuzie necessarie per essere attribuita al suo assistito, che oggi ha “la serenità dell’innocenza. Una posizione ribadita dalla difesa che sottolinea l’importanza di circoscrivere gli accertamenti alle analisi genetiche. Il legale di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, ha precisato che "noi non abbiamo mai chiesto incidente probatorio sull’impronta 33. È stato chiesto da altri" e sul futuro ribadisce: "È una fotografia, poi spetterà a un giudice decidere se ammetterla o meno".

La casa in via Pascoli teatro del controverso omicidio

Polemico l'avvocato della famiglia Poggi, Gianluigi Tizzoni, ad Adnkronos: ”Il Codice prevede che la procura debba fare delle indagini anche nell’interesse dell’indagato. La procura di Pavia le ha estese anche nell’interesse del condannato, ma non accoglie le richieste della persona offesa” ha detto. “Non l’hanno concessa e il giudice non la può concedere in assenza dell’ok della procura”, ha aggiunto Tizzoni ”dicono che noi abbiamo paura della verità e si oppongono a un accertamento quando viene demandato a un giudice terzo. Noi invece alle richieste della procura non abbiamo detto di no”. A queste parole ha replicato Bocellari: "Credo che questa Procura proceda nell’interesse della giustizia".

Che obiettivi ha l'incidente probatorio

Si intende escludere se il cosiddetto "ignoto 3", sia un profilo da contaminazione e per questo i pm di Pavia stanno lavorando ad una serie di comparazioni con un elenco di decine di persone tra addetti che vennero in contatto col corpo di Chiara e amici di Sempio. Finora è stata esclusa la contaminazione di coloro che recentemente hanno partecipato alle operazioni peritali.
La parte centrale dell'incidente probatorio rimane comunque l'analisi sui due profili genetici trovati sulle unghie della 26enne, uno dei quali per i pm sarebbe di Sempio. 

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