Economia
Mps, il punto del ministro Giorgetti
Giancarlo Giorgetti ha difeso l’operato del governo di fronte ai movimenti legati al risiko bancario. Da una parte la scalata di Mps a Mediobanca, dall’altra quella di Unicredit a Banco Bpm. La prima sostenuta dall’esecutivo, che tramite il Tesoro è il maggiore azionista di Rocca Salimbeni, la seconda oggetto del Golden Power.
Nella visione del ministro, che ha risposto al question time alla Camera, due operazioni differenti. “Tale diversità giustifica una diversa decisione da parte del governo”, ha spiegato il titolare del dicastero del Tesoro.
Il motivo, secondo Giorgetti, è legato al posizionamento dei due istituti predatori, “in particolare Mps non svolge attività bancaria in Russia e inoltre il livello degli impieghi in Italia di Mps è più elevato rispetto a Mediobanca le cui attività sono legittimamente rivolte in misura rilevante verso l'estero”.
In pratica, ha spiegato il ministro, è intervenuto verso la realtà di piazza Gae Aulenti, “non per porre un veto all’operazione, bensì per imporre delle prescrizioni: detto in altre parole, il governo ha ritenuto di adottare un intervento proporzionato e ragionevole, sia per mitigare i rischi inerenti le attività di Unicredit in Russia, sia per garantire una sostanziale continuità degli impieghi del risparmio nazionale”.
Ne deriva che “non abbiamo difeso una banca, abbiamo difeso l’interesse nazionale e quindi lo strumento del Golden Power”.
Il risultato è che Bpm è tornata disponibile, al punto da alimentare nuove speculazioni su un possibile ritorno di fiamma di Mps.
“Queste cose qua le decidono il mercato. Noi abbiamo un unico strumento che è il Golden Power, ho spiegato in Aula in cosa consiste nei limiti che ha definito il Tar”, ha chiarito Giorgetti a chi gli chiedeva una valutazione.
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