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Il caso

Spy story Raoul Bova, una trappola programmata? Monzino: "Audio inviati per amore di Ceretti". Proseguono le indagini, potrebbe allargarsi il cerchio. La situazione

L'attore si affida all'ex suocera divorzista dei vip Bernardini De Pace, pronta ad attivarsi contro i big del web che hanno utilizzato gli audio trapelati

Caterina Iannaci

31 Luglio 2025, 23:30

Bova

Raoul Bova

Negli ultimi giorni il nome di Raoul Bova ha dominato la cronaca rosa e giudiziaria italiana: al centro, un presunto caso di tentata estorsione legata alla diffusione di messaggi personali fra l’attore e la giovane influencer Martina Ceretti. Ma cosa sta accadendo davvero e quali sono le ultime novità?

Una trappola programmata?

Tutto inizia con la pubblicazione di alcuni audio e chat private fra Bova e Martina Ceretti, 23 anni, sul canale YouTube “Falsissimo” di Fabrizio Corona. Secondo le ricostruzioni della Procura di Roma, sarebbe stato Federico Monzino, rampollo milanese amico di Ceretti, a inoltrare audio e chat a Corona. Nelle scorse settimane, Bova avrebbe ricevuto circa quaranta messaggi anonimi (da un numero spagnolo intestato a un prestanome) con esplicite richieste di “un regalo” affinché la relazione con Ceretti non venisse resa pubblica: “Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? Per il tuo matrimonio, per la tua immagine, per il tuo presente e futuro lavoro. Ho dei contenuti fra te e Martina che ti farebbero molto male. Capisci tutto questo che diventa di dominio pubblico…”

Martina Ceretti

L’attore è stato irremovibile: “Non sono più sposato da due anni, quindi non è una cosa che crea un disastro”. E invece di cedere al ricatto, si è rivolto subito alla Polizia postale e ha sporto denuncia, dando il via a un’indagine che ora coinvolge, oltre a Monzino (l’unico ufficialmente indagato), anche Ceretti e Corona, ai quali sono stati sequestrati i cellulari per ricostruire la catena di divulgazione delle informazioni.

L'attore si affida all'ex suocera, divorzista dei vip

Raoul Bova, tramite il suo avvocato, ha denunciato pubblicamente la gravità della situazione, affermando di aver scelto la legalità e la trasparenza invece di pagare e subire il danno d’immagine: “Raoul si è comportato da persona per bene, che ha deciso di denunciare anziché pagare come fa la maggior parte dei personaggi famosi allo scopo di difendere il danno reputazionale” ha dichiarato l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, scelta da Bova come legale di fiducia in questa battaglia.

"Oltre ai ricatti, nel momento in cui quelle chat e quegli audio sono stati diffusi vengono commessi altri reati, che hanno giustificato il nostro ricorso al Garante. Tutta questa storia è comunque una vicenda vergognosa, nella quale Raoul si è comportato da persona per bene, che ha deciso di denunciare anziché pagare come fa la maggior parte dei personaggi famosi allo scopo di difendere il danno reputazionale. Lui invece ha denunciato nonostante fosse consapevole di questo rischio", spiega Annamaria Bernardini De Pace.

Annamaria Bernardini De Pace

Quanto all'incarico ricevuto l'ex suocera di uno degli uomini più affascinanti d'Italia spiega: "Raoul mi ha telefonato spiegando quanto era accaduto e chiedendomi 'Mi aiuti?'. Così gli ho consigliato intanto un buon penalista, dal quale ha scelto di farsi assistere. Bova e mia figlia non sono più uniti come coppia ma lo sono come genitori. E poi io sono una divorzista, non sono una stron...".

Dunque sopra la toga arriva il cambio di casacca. E ora di mezzo c'è anche la presunta relazione - in ogni caso già finita - tra Bova e la modella Martina Ceretti, di cui Rocio avrebbe fatto sapere di "cadere dalle nuvole". E anche su questo De Pace ha specificato: "Anche se non sono sposati, vivono di fatto separati da due anni". Sempre riferendosi all'ex marito di sua figlia, l'avvocatessa civilista ha aggiunto: "I miei nipoti hanno una nonna che è orgogliosa di quello che ha fatto il loro padre, cioé del fatto che ha denunciato quei ricatti. Del resto non a caso ha interpretato come attore il ruolo del capitano Ultimo per tanti anni". Insomma la faretra delle frecciatine è vuota da tempo e le invettive degli anni scorsi sembrano un ricordo lontano: "Erano tensioni normali che riguardavano uno specifico momento, ma di fronte all'intelligenza delle persone le cose si superano. Non ho mai avuto nulla contro di lui, ma è chiaro che con i sentimenti ero dalla parte di mia figlia", ancora la divorzista dei vip, una toga dal cuore di mamma e di (ex) suocera.   

Il legale di Bova, David Leggi, aveva reso noto: “Raoul e Rocío [Muñoz Morales], che non hanno mai contratto matrimonio, sono separati di fatto da molto tempo e si alternano nell'accudimento delle figlie. In ordine al materiale illecito diffuso sul web, sono in corso accertamenti da parte della magistratura penale, che indaga sui diversi reati ipotizzabili a carico delle varie persone coinvolte”.

Dal fronte opposto, il legale di Rocío Morales ha smentito ogni separazione: “La signora Rocío Morales Muñoz nega decisamente quanto affermato dal signor Bova tramite il proprio legale. È assolutamente falso che vi sia una separazione di fatto, così come è falso che vi sia un qualsiasi accordo. La mia cliente ha appreso dai media quanto accaduto nelle ultime ore riguardo alla nota vicenda che ha visto protagonista il signor Bova. La signora Morales ha una sola volontà: proteggere le proprie bambine da questo tanto improvviso quanto doloroso clamore”.

Monzino si difende: "Mai ricattato Bova, ho solo aiutato Martina"

Federico Monzino

Federico Monzino, intanto, in un’intervista, ha ribadito la propria versione: “Confermo di aver inviato a Fabrizio Corona alcuni messaggi e un audio che Martina [Ceretti] mi aveva condiviso. Perché credevo, e le sue parole lo confermavano, che lei volesse una certa visibilità. Non c’era alcuna strategia dietro, solo l’idea, forse malriposta, di fare qualcosa di positivo per Martina. Sicuramente provavo dei sentimenti forti verso Martina. Questi sentimenti mi hanno influenzato”. Ma gli inquirenti sospettano che dietro la vicenda possa esserci un vero e proprio “sistema” di ricatti ai danni di altri vip.

Garante privacy e Codacons in campo

Anche il Garante per la Privacy, che ha ricevuto un esposto dalla difesa di Bova, ha espresso un monito, ricordando che “è vietato pubblicare e condividere colloqui privati”, evidenziando il rischio di pesanti sanzioni amministrative e penali. Il Codacons, dal canto suo, ha richiesto maggiori tutele per la privacy delle vittime e una regolamentazione più severa contro la spettacolarizzazione dei drammi personali.

La situazione resta in evoluzione: l’indagine penale prosegue, la posizione di Martina Ceretti può complicarsi e non si escludono nuovi risvolti. In tutto ciò, Raoul Bova si mostra fermo: “Ho denunciato, nonostante fossi consapevole di questo rischio”. Non si esclude al momento che il cerchio dei sospettati si allarghi e possano aggiungersi - oltre alla tentata estorsione - nuove ipotesi di reato, dalla ricettazione alla cessione di droga.

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