Cronaca
Angela Taccia e Andrea Sempio
L’avvocato Angela Taccia si dice assolutamente certa dell’innocenza di Andrea Sempio. I due si conoscono da vent’anni, sono amici sin dalla più tenera età. Ora lei riveste il delicato compito e incarico di legale difensore dell’uomo che è accusato di concorso nell’omicidio di Chiara Poggi nelle nuove indagini sul delitto di Garlasco.
I due si conobbero da ragazzi, perché Angela Taccia era la fidanzata di Alessandro Biasibetti, il quale faceva parte della comitiva dei “ragazzi di Garlasco”. Biasibetti era, per intendersi, uno degli amici di Andrea Sempio. Ed è così che la donna che oggi fa l’avvocato conobbe Sempio. “Era il giorno di Halloween del 2005, avevo 16 anni – ricorda. – Io mi ero fidanzata con Alessandro Biasibetti, un compagno di liceo. Mi portò a Garlasco, al pub Punto Zero, e mi disse: ‘Quelli sono i miei amici’. Erano tutti al tavolo, Andrea Sempio, Marco Poggi, Mattia Capra, Roberto Freddi. Iniziai a passare i sabati con loro. Quel gruppo è diventato per me come una seconda famiglia”.
Oggi Angela Taccia giura sull’innocenza di Andrea Sempio, e in un’intervista concessa al settimanale Oggi si spinge ad affermare: “Se Andrea ha ucciso Chiara, io smetto di fare l’avvocato e mi ritiro sulle montagne”.
Taccia compare costantemente nelle varie trasmissioni televisive che parlano di quanto sta avvenendo attorno a questo drammatico fatto di cronaca, avvenuto ormai diciotto anni fa, e alle nuove indagini volute dalla Procura di Pavia. L’avvocato Taccia difende a spada tratta il suo assistito: “Lo difendo – dichiara – e non mollerò neanche morta, mio marito capisce cosa provo e mi appoggia. Andrea è innocente. E quando questa storia finirà, spero che gli chiederanno tutti scusa”.
Nell’intervista, Taccia ricorda anche le prime impressioni che ebbe di Andrea Sempio: “Era particolare, con i capelli lunghi, le magliette dei gruppi metal e gli anfibi. Ma nonostante l’apparenza un po’ dura, usciva dai locali chiedendo 'permesso' e 'scusi', cedeva il passo agli anziani, una volta si accorse di un grillo in difficoltà e rimase indietro per metterlo su una pianta. Notava persino le formiche in fila e ci diceva di non calpestarle…”.
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