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Il ricordo

Siena, un anno fa l'omicidio di strada del Villino. Gli avvocati della famiglia di Yuleisi: "Importante non dimenticare per combattere la violenza di genere"

Il delitto avvenne il 10 agosto 2024: la giovane colombiana uccisa con una fucilata alla testa, a novembre il processo all'ex compagno

Claudio Coli

11 Agosto 2025, 07:01

Yulia

Un anno fa la tragica morte di Yulia

Un anno fa, il 10 agosto 2024, un grave fatto di cronaca scuoteva la città di Siena: Ana Yuleisy Manyoma Casanova, cuoca colombiana di 32 anni, moriva tragicamente nella sua casa in strada dal Villino, raggiunta alla testa da una fucilata partita dall'arma da fuoco maneggiata dall'ex compagno Luis Fernando Porras Baloy. Per gli inquirenti, un femminicidio in piena regola: il colpo mortale sarebbe stato esploso volontariamente dal sudamericano all'interno della camera da letto dove i due si trovavano. Una versione opposta a quella data dal giovane (difeso dagli avvocati Alessandro Betti e Leandro Parodi) che ha sempre dichiarato che si è trattato di un drammatico incidente.

Chiusa l'inchiesta, è stato disposto per il 24 novembre l'inizio del giudizio immediato per il colombiano, che comparirà davanti alla Corte di Assise: accusato di omicidio doloso, aggravato dalla relazione affettiva e dai presunti maltrattamenti, rischia l'ergastolo. A distanza di un anno, in attesa del processo, il ricordo del grave fatto e della giovane vittima è ancora vivo: Il quadro emerso dalle indagini – commentano gli avvocati della famiglia di Yuleisi, Michele Bellandi e Vincenzo Di Benedetto - rispecchia le risultanze delle perizie balistiche, svolte dalla nostra consulente e dal perito nominato dal PM, confluite nell'ipotesi accusatoria di omicidio volontario. Al momento – proseguono - stiamo lavorando per far luce sui molteplici episodi di maltrattamenti che sono contestati come aggravante dell'omicidio. In ogni caso – concludono - sarà importante non dimenticare Yuleisi e ricordare la sua storia per sensibilizzare e combattere la violenza di genere, affinché la sua memoria contribuisca ad un futuro più sicuro e rispettoso per tutte le donne”.

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