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Salute

Intossicazione da funghi, nel Senese cadono della trappola i cercatori più “esperti”. L’Asl: “Troppa sicurezza"

Il punto del dottor Marco Manganelli: "Gli amatoriali sono più accorti. Rivolgetevi allo sportello micologico gratuito”

Claudio Coli

05 Settembre 2025, 07:07

Funghi Asl

Funghi, le avvertenze Asl

Funghi, che bontà e che passione, ma bisogna stare molto attenti a quello che si raccoglie nei boschi e a quello che poi si cucina e si mangia. Anche nel 2024 in provincia di Siena non sono mancate le intossicazioni, di cui alcune anche molto serie. Secondo i dati dell’Asl Tse, stando agli accessi al pronto soccorso a causa di malessere per ingestione di funghi, sono state 31 le intossicazioni. Un numero che resta alto (il più ampio nell’area sud est, visto che se ne contano 21 nell’Aretino e 11 nel Grossetano) e che deve indurre a prestare sempre più attenzione.

“Il trend – sottolinea Marco Manganelli, micologo e direttore dei tecnici della prevenzione e sicurezza alimentare Asl Tse – è in linea con gli anni scorsi, le intossicazioni sono sempre piuttosto frequenti”. In particolare, spiega Manganelli, sono due le “categorie” vittime di questi malori, che perlopiù durano alcuni giorni senza troppi strascichi. “Si intossica principalmente chi ha avuto in regalo funghi raccolti da altri – spiega – e chi li trova e raccoglie forte di troppa sicurezza”.

Manganelli evidenzia infatti come per la stragrande dei casi, ad accusare problemi non siano fungaioli amatoriali o sprovveduti, ma quelli più “esperti”. “Quando succede – racconta ad esempio – all’ospedale le persone si chiedono come sia stato possibile visto che frequentano i boschi fin da piccoli, ma è proprio l’eccessiva sicurezza a giocare brutti scherzi. Gli amatoriali invece tendono sempre a rivolgersi a noi per far valutare quanto trovato”.

Se i porcini sono più facilmente identificabili e non creano particolari problemi, salvo che mangiarli crudi o troppo stantii, i più insidiosi restano i funghi invernali. Fra i 31 casi rilevati, c’è stato anche uno che ha visto protagonista l’amanita falloide, un fungo il cui ingerimento, se non trattato in tempo, può essere letale. “Bisogna stare molto attenti – ammonisce Manganelli – perché l’amanita crea all’inizio diarrea e altri disagi, poi c’è una fase di remissione e in successione un peggioramento perché il veleno attacca il fegato”. Nel 2024 sono state 82 le consulenze svolte a Siena, 138 a Grosseto e 286 ad Arezzo.

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