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Siena, il Ministero della Cultura verso la Fondazione Santa Maria della Scala: fondi e nuovo statuto

Il ministro Giuli in città per parlare di cambiamento climatico e paesaggio: “Serve una militanza come per l’ambiente”

Aldo Tani

18 Settembre 2025, 05:25

Giuli

Giuli al Santa Maria della Scala

“Il percorso procede”. A pochi distanza il sindaco Nicoletta Fabio ascolta attentamente la risposta del ministro Alessandro Giuli, interpellato sull’opportunità che il Ministero della Cultura entri a far parte della Fondazione Santa Maria della Scala. Un discorso avviato dal suo predecessore, Gennaro Sangiuliano proprio in occasione di una visita a Siena. Poi il cambio della guardia al dicastero e una questione che è rimasta in stand-by.

“Abbiamo impegnato risorse e siamo molto attenti all’importanza di questo luogo e di questa istituzione e molto ben intenzionati a garantire la nostra presenza”, ha proseguito Giuli. “Però ricordate sempre il Ministero dice sì e quando sì, poi può entrare ed entra volentieri nella governance di un'istituzione - ha osservato ancora il ministro -. Lo fa naturalmente dialogando con il territorio che è sempre ciò che muove il Ministero. Il Ministero entra sempre dopo aver ascoltato il territorio. Il territorio significa l'istituzione, i corpi sociali e la cittadinanza”.

Concetto chiarito qualche passaggio dopo: “Mi sembra che questo appello esista e che la prima risposta sia già arrivata. Andremo avanti insieme”. Un processo che sarebbe già a buon punto. La Fondazione ha già pronto uno statuto completamente rielaborato. Per l’entrata in vigore manca il via libera del ministero a figurare nella compagine societaria. Da via del Collegio Romano ci sarebbe anche un impegno a stanziare fondi collegati a varie progettualità per circa un milione. Il nuovo regolamento interno, inoltre, dovrebbe finalmente consentire l’ingresso tra i soci anche ai soggetti privati. Mancanza che si è fatta sentire finora, anche se in parte è stata ammortizzata con il ricorso all’Art Bonus.

In attesa che sia tagliata la linea del traguardo, Giuli ha voluto ricordare il ruolo di istituto di cura, in nome del passato ospedaliero, del Santa Maria. Elemento che si collega al tema del convegno che ha richiamato il ministro in città, “Cambiamento climatico e tutela del paesaggio tra cultura, natura e identità”. A questo proposito Giuli ha rimarcato il ruolo della cultura “nello stato di guerra intorno a noi”, in quanto può essere “il miglior disinnesco delle armi che stanno travolgendo vite umane”.

Il suo dicastero e la cultura stessa devono quindi “trovare maggiore centralità per avere più forza”. Il cambiamento climatico, ha proseguito Giuli, non va vissuto con “cambiamento climatico con rassegnazione o fatalismo. Il mondo è un progetto, un cambiamento continuo come l'uomo” e il Ministero della Cultura “ha il dovere non solo di prendersi cura degli effetti, ma di precedere i problemi, anticipandoli”.

In merito al paesaggio, il ministro ha fatto cenno alla “militanza”, rievocando quando già fatto dall’Italia rispetto all’ambiente. “Non è di tipo partitico, ma ideale e concreta - ha chiarito Giuli, perché non possiamo attendere che sia il cambiamento climatico a determinare le nostre azioni".

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