Cronaca
Un altro tassello si aggiunge a uno dei casi criminali più complessi degli ultimi anni nel distretto tessile di Prato. Il tribunale ha condannato a sette anni e mezzo un cittadino cinese di 36 anni, con un passato nell’esercito della Repubblica Popolare, ritenuto coinvolto nell’aggressione brutale a un imprenditore del settore. L’uomo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato parte di un gruppo di sei persone, tutte arrivate dalla Cina per un’azione violenta mirata a colpire un rivale in affari. Il bersaglio era un imprenditore attivo nel mercato della produzione di accessori per l’abbigliamento, un ambito molto redditizio dove – secondo la procura – si stava combattendo una vera e propria guerra sotterranea per il controllo economico. Il fatto risale al luglio 2024, quando la vittima fu raggiunta in un locale privato e presa d’assalto con calci, pugni, oggetti di fortuna e diverse coltellate. Nonostante le gravi ferite e una lunga degenza, l’imprenditore è sopravvissuto e ha poi deciso di collaborare con le autorità italiane.
Grazie alle sue dichiarazioni, gli investigatori sono riusciti a ricostruire nel dettaglio il ruolo del trentaseienne condannato oggi, l’ultimo del commando a finire sotto processo. Gli altri cinque erano già stati riconosciuti colpevoli nel corso della primavera 2025. L’aggressione si inserisce in un contesto di faide interne alla comunità imprenditoriale cinese, dove, oltre agli affari, si gioca anche una partita di potere fatta di intimidazioni, violenza e vendette incrociate.
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