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Il caso

Fulmine a ciel sereno su Mps: Lovaglio indagato per Mediobanca, il titolo in Borsa ha perso il 4,56%

Per la scalata di Piazzetta Cuccia raggiunti dall’avviso di garanzia anche Caltagirone e Milleri

Aldo Tani

28 Novembre 2025, 10:10

Lovaglio ad di Mps

Mps, l'ad Lovaglio

Il più classico dei fulmini a ciel sereno. Anzi, serenissimo, perché da mesi a questa parte sopra la testa di Mps non si intravedono nubi. Tornate però ora a farsi più minacciose che mai, con gli avvisi di garanzia recapitati dalla procura di Milano all’ad Luigi Lovaglio, all’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone e al presidente di Delfin Francesco Milleri. Tutti indagati nell’ambito dell’operazione che ha portato Montepaschi a scalare Mediobanca. Anche il gruppo Caltagirone e la stessa Delfin, come soggetti giuridici, sarebbero indagati in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai vertici nell'interesse aziendale.

Secondo gli inquirenti - le indagini sono affidate ai pm Luca Gaglio, Giovanni Polizzi e dal procuratore aggiunto Roberto Pellicano e sviluppate dal Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza - i reati ipotizzati sono aggiotaggio e ostacolo all’autorità di vigilanza. In pratica per i magistrati i vari attori della vicenda avrebbero concordato l’Offerta pubblica di scambio da 13,5 miliardi di euro che ha permesso all’istituto senese di arrivare a controllare Mediobanca, mettendo così anche le mani sulla quota di maggioranza di Generali, detenuta dalla stessa piazzetta Cuccia. Per la procura l’accordo non sarebbe stato dichiarato al mercato, violando così le regole, né tanto meno agli enti preposti al controllo di determinate operazioni. In particolare la Consob, la Bce e l’Ivass, l’autorità deputata alla vigilanza sul mondo assicurativo. In più sarebbe stato accompagnato da un’azione coordinata per acquisire da parte di Delfin e Caltagirone le quote di Montepaschi cedute dal Tesoro a fine 2024, e per aumentare, allo stesso tempo, la rispettiva partecipazione dentro Mediobanca, senza per questo lanciare un’Opa sulla stessa realtà finanziaria una volta superato il 25% congiunto: passaggio che secondo il Corriere della Sera, sarebbe in contrasto con l’obbligo normativo.

L'indagine ha preso le mosse da una querela presentata a inizio 2025 da Mediobanca nei confronti di alcuni articoli di stampa, ritenuti diffamatori da piazzetta Cuccia. Da qui il lavoro dei magistrati meneghini si è allargato in questi mesi, passando dal porre l’attenzione sulle modalità con le quali si era svolto l'ultimo collocamento accelerato di una parte del capitale di Rocca Salimbeni (procedura gestita a novembre 2024 da Akros per conto del Mef), alla scalata di Mediobanca, chiusa con successo a settembre.

“La banca è confidente di poter fornire tutti gli elementi a chiarimento della correttezza del proprio operato e manifesta piena fiducia nelle autorità competenti, a cui conferma completa collaborazione”, hanno fatto sapere da Mps, dando conto anche di un decreto di perquisizione. Alla luce dell’indagine, il titolo in Borsa ha perso il 4,56%.

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