Il caso
Terremoto finanziario attorno all'operazione Mediobanca. La procura di Milano ha messo sotto indagine Francesco Gaetano Caltagirone, l’amministratore delegato di Luxottica e Delfin, Francesco Milleri, e l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio. Nei loro confronti l'accusa è di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza. La loro iscrizione sul registro degli indagati sarebbe avvenuta mesi fa nell'inchiesta sul risiko bancario che riguarda un doppio filone: la cessione di quote di Mps da parte del Mef con l'ultimo ABB gestito da Banca Akros del novembre 2024 per il collocamento sul mercato del 15% del capitale di Rocca Salimbeni e la successiva Offerta pubblica di scambio con cui Mps ha acquisito il controllo, tra marzo e gennaio 2025, dell'istituto di Piazzetta Cuccia.
Secondo gli inquirenti avrebbero concordato l'Offerta pubblica di scambio da 13,5 miliardi di euro con la quale Rocca Salimbeni si sarebbe aggiudicata il 62% di Piazzetta Cuccia, garantendosi poi tramite la stessa, la quota di maggioranza dentro Generali. Per chi indaga, il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza coordinato dai pm Giovanni Polizzi e Luca Gaglio con l'aggiunto Roberto Pellicano, l'accordo non sarebbe stato dichiarato al mercato, nascondendolo ai controllori di Consob, alla Bce e a Ivass, l'autorità vigilante nel mondo delle assicurazioni. L'azione coordinata non avrebbe riguardato solo l'acquisto delle quote cedute dal Tesoro, ma anche l'aumento della partecipazione di Delfin e gruppo Caltagirone dentro Mediobanca.
Come scrive il Corriere della Sera, "fino a violare l'obbligo normativo di lanciare sull'istituto guidato allora dal banchiere Alberto Nagel una 'Opa-Offerta pubblica di acquisto' una volta raggiunta e superata congiuntamente la quota del 25% di Piazzetta Cuccia".
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