Il caso
Cittadini e ambientalisti a difesa dei pini di piazza Amendola
Cresce il dissenso da parte di associazioni ambientaliste e cittadini nei confronti dell’iniziativa di taglio di circa una ventina di pini marittimi in piazza Amendola, annunciata dal Comune nell’ambito del rifacimento del manto stradale ad oggi pesantemente segnato dalla presenza delle radici.
Undici associazioni e 72 cittadini, coordinate dal Comitato per la salvaguardia della Montagnola, hanno scritto una pec di diffida al sindaco di Siena e all’assessore all’ambiente Barbara Magi per chiedere all’amministrazione di sospendere il taglio degli alberi e di discutere della faccenda con la cittadinanza. I firmatari del documento fanno istanza al Comune di “organizzare un incontro con le associazioni, i comitati e i residenti dell’area in oggetto, che sono portatori di interessi legittimi e diffusi, nonché proceda ad informare la cittadinanza e a consentire una reale partecipazione alle scelte in materia ambientale sul territorio comunale”.
Secondo gli scriventi, il taglio dei pini, alcuni dei quali considerati pericolosi, “si profila come un intervento a carattere ambientale che incide non solo sulla vivibilità della città ma sulla qualità dell’aria e sulla temperatura dell’area in oggetto – sottolineano – che configurerebbe un danno per la popolazione residente in merito all’innalzamento del microclima urbano, al depauperamento delle zone d’ombra, al peggioramento della qualità dell’aria. Associazioni e cittadini non rilevano solo un presunto e potenziale pericolo ambientale.
“Si può configurare il danno erariale di optare per una scelta maggiormente onerosa in termini di lavori pubblici, ovvero le spese per il taglio, per la piantumazione delle nuove essenze arboree, rispetto ai lavori di rimozione dei noduli superficiali e ripianamento con inerti e terreno adatto”.
“La scelta di abbattere degli alberi per di più perfettamente sani, non è reversibile ed è compensabile in termini di benefici persi, solo dopo diverse decine di anni”, tuonano ancora le parti, che si dicono pronte a dare “battaglia”.
“In caso di mancato riscontro della suddetta istanza, sarà nostra cura adire le vie legali inclusa la richiesta di risarcimento”, si assicura. La questione era già stata attenzionata nei giorni scorsi anche da Italia Nostra. Per il momento l’Amministrazione comunale, interpellata in merito, non interviene sulla questione, ma in relazione ad altri tagli di pini al parco Ochino dell’Acquacalda, aveva sottolineato la necessità dell’intervento per motivi di sicurezza e accessibilità pubblica, chiarendo in precedenza – in Consiglio comunale – di aver valutato attentamente lo stato di salute di tutti gli alberi sul territorio, oltre 16 mila.
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