Economia
Gabriele Romagnoli, NIdiL Cgil
Giovani sotto pagati e precari: il tema è noto e riguarda anche il territorio senese. I dati diffusi dalla Cgil sono emblematici e significativi: nell’ultimo anno 400 giovani se ne sono andati, per studiare o per lavorare altrove, credendo quindi che in altre località avrebbero potuto trovare migliori condizioni di vita. Il sindacato ha fornito altri dati rilevanti: in un anno e mezzo si sono persi 1500 posti di lavoro, mentre l’85% dei nuovi contratti realizzati nel 2025 sono a tempo determinato, quindi si tratta di lavoro precario.
Basse retribuzioni e precariato sono due caratteristiche anche del lavoro in ambito sportivo: sono un migliaio le persone che nell’area senese lavorano in società sportive, impianti sportivi e palestre. Nel settore nel 2024 è stato stipulato il primo contratto collettivo nazionale di lavoro.
Afferma al riguardo Duccio Romagnoli, segretario generale del NIdiL Cgil di Siena: “Si registrano avanzamenti salariali dopo l’entrata in vigore del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro, ma il divario tra un lavoro, diciamo ‘tradizionale’, e quello sportivo rimane elevato. Faccio alcuni esempi: un personal trainer guadagna circa 970 euro al mese, l’istruttore di una palestra o un preparatore atletico tra i 1300 e i 2000 euro lordi al mese se si parla di un lavoro full time, ma spesso le occupazioni sono part time e le medie si abbassano tra i 900 e i 1700 euro”.

“Come NIdiL Cgil - afferma Romagnoli - denunciamo una condizione giovanile di forte sofferenza che sconfina nello sconforto se i paragoni salariali vengono effettuati comparando i salari italiani con quelli di oltre confine. Questa è una delle principali motivazioni che impone ai giovani, talvolta, di lasciare l’Italia in favore di altri Paesi in Europa, o anche oltre oceano, che offrono condizioni salariali e generali migliori”.
“Stiamo parlando di un settore che nella provincia senese vede occupate almeno un migliaio di persone - conclude Romagnoli. - L’ambito sportivo attrae tanti giovani, il potenziale di crescita del settore è enorme. Qui potrebbero esserci molte opportunità di lavoro. Il problema è culturale, siamo all’anno zero e servirebbe uno scatto in avanti con una parificazione con quelli che vengono ritenuti lavori tradizionali”.
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