Siena
Fabio Giomi può tornare al lavoro
Fabio Giomi può tirare un grande sospiro di sollievo dopo settimane da incubo: il giudice del lavoro di Siena gli ha dato ragione e potrà tornare a lavorare. Vittoria su tutta la linea, da parte del cassiere 62enne della Pam, e della Filcams Cgil, contro il licenziamento choc messo in atto dall’azienda che l’aveva sottoposto al test del carrello, nel corso del quale un ispettore aziendale aveva occultato dei cosmetici in un cartone delle birre per saggiare la prontezza di riflessi contro il taccheggio. Una vicenda che ha avuto eco nazionale, tanto da richiamare l’attenzione del Parlamento con ben quattro interrogazioni.
La decisione è arrivata ieri pomeriggio poco prima delle 17, a prenderla il giudice del lavoro Delio Cammarosano: in mattinata, intorno alle 12, Giomi – assistito dal legale della Cgil Andrea Stramaccia – e gli avvocati Pam hanno discusso la controversia al polo civile di Camollia, dopo il fallimento della mediazione davanti al Prefetto. Prima, un sit in di duecento persone, organizzato dalla Cgil, a sostegno del cassiere entrato in tribunale acclamato dalla gente. Ognuno poi è rimasto nella sua posizione: da un lato il sindacato che chiedeva il reintegro senza provvedimenti, dall’altra l’azienda che insisteva nel poter concedere il ritorno al suo posto ma con una sospensione di dieci giorni. Dopo una lunga udienza, durata quasi tre ore, il giudice – ascoltate tutte le istanze – si è ritirato in camera di consiglio e alcune ore dopo ai legali delle parti è giunta la pec col dispositivo di sentenza.

Che recita: reintegro del lavoratore e dichiarazione di illegittimità del licenziamento, giudicato discriminatorio. La Pam dovrà riconoscere le mensilità di indennizzo, e pagare le spese legali. “Siamo contenti e soddisfatti – ha dichiarato il segretario Filcams Siena Mariano Di Gioia – fin dal primo momento avevano definito illegittimo e persecutorio l’allontanamento di un delegato sindacale da parte di Pam che ha adottato un meccanismo che non trovava riscontro né nel contratto né nelle norme. Non accettavamo il reintegro con i dieci giorni di sospensione, era un baratto inaccettabile, la sanzione avrebbe fatto giurisprudenza nel mondo del commercio. Volevamo affermare un principio: nessuna catena commerciale può utilizzare test di questo tipo, sono illegittimi”. “Avrebbe inficiato i rapporti di forza nel mondo del commercio – ha aggiunto Massimiliano Fabbozzi, Filcams Cgil – è una vittoria che ha valore giuridico e politico”.
Ora le parti legali dovranno risentirsi per definire quando e come dovrà tornare al suo posto di lavoro, ma intanto la felicità del lavoratore è grande: “Un bellissimo regalo di Natale, è un nuovo inizio” – ha detto visibilmente emozionato – “dedico il risultato ai milioni di lavoratori del commercio. Ero fiducioso di poter vincere la causa, la tensione mi schiacciava, mi sono liberato di un grosso peso”.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy