I destini incrociati di Mps e Mediobanca, che di Siena non ne vuole sapere

Nel report sui risultati del primo trimestre 2025 Mps non si limita a presentare i dati finanziari ma rilancia il suo ruolo da protagonista nel risiko bancario italiano, confermando il percorso verso l’offerta pubblica di scambio su Mediobanca. Forte del sostegno degli azionisti, che nell’ultima assemblea hanno approvato con l’86,4% dei consensi l’aumento di capitale necessario all’operazione, Mps sottolinea come la tempistica sia rispettata e il razionale industriale dell’iniziativa sia potenzialmente coerente anche con l’operazione annunciata su Banca Generali. "Con il forte sostegno degli azionisti in occasione della scorsa assemblea, Mps prosegue in linea con la tempistica prevista nell'esecuzione del percorso verso l'Ops su Mediobanca, il cui razionale industriale è potenzialmente anche coerente con l'operazione annunciata su Banca Generali", fanno notare dall’istituto senese.

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Dalla storica sede di Piazzetta Cuccia, però, la risposta di Mediobanca non si fa attendere. L’istituto guidato da Alberto Nagel ribadisce la propria contrarietà all’Ops di Mps, sottolineando "i numerosi fattori di rischio" che, secondo la banca milanese, l’operazione comporterebbe: tra questi, una riduzione a doppia cifra dell’utile per azione, impatti negativi sul merito creditizio e la creazione di una realtà aggregata che avrebbe il profilo di una banca commerciale di medie dimensioni, poco differenziata e altamente sensibile al contesto macroeconomico. Mediobanca avverte inoltre che questi rischi sarebbero "ulteriormente amplificati in caso di combinazione con Banca Generali".

L’offerta di Mps su Mediobanca, lanciata il 24 gennaio 2025, prevede che per ogni 10 azioni Mediobanca siano corrisposte 23 nuove azioni Mps, con un premio iniziale del 5% rispetto ai valori di mercato del periodo, anche se oggi secondo gli analisti l’offerta sarebbe a sconto di circa il 4%. L’operazione potrebbe partire tra fine giugno e inizio luglio, con conclusione entro i primi di agosto, ma resta il nodo della valutazione e del consenso degli azionisti, oltre alle perplessità sollevate dalla stessa Mediobanca.