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Mps bocciata da Mediobanca: "Offerta ostile e non conveniente"

Lunedì scatta la proposta per il controllo della banca d’investimento. Piazzetta Cuccia: “La soglia del 35% segno di opacità”

Aldo Tani

11 Luglio 2025, 20:43

Mps

Rocca Salimbeni, Mps

E’ un po’ come il segreto di Pulcinella. Noto a tutti anche se poi le discussioni si fanno a porte chiuse. Tanto è che alla fine del cda di Mediobanca, l’ultimo prima del lancio dell’offerta di Mps per acquisire il controllo proprio di piazzetta Cuccia, la proposta di Rocca Salimbeni sia stata bollata come “ostile e non conveniente per i soci”.

Il vertice della banca d’investimento ritiene quanto messo sul tavolo “privo di razionale industriale”, nonché “il corrispettivo offerto da Mps sia non congruo e del tutto inadeguato”.
Non finisce qui, perché da piazzetta Cuccia hanno posto l’accento anche sulla strategia messa in atto da Montepaschi per assicurarsi il controllo di Mediobanca, pur rischiando di perdere i vantaggi dei benefici fiscali se non sarà raggiunta almeno il 51% del capitale dell’istituto milanese.

“La previsione di una doppia soglia – l’una fissata al 66,67% , l’altra fissata invece al ben più basso livello del 35% - denota opacità in ordine alle reali finalità dell’offerta. In particolare, la seconda soglia - irrinunciabile - del 35% segnala la volontà di perfezionare l’operazione, anche dinanzi ai rilevanti rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’offerta”, hanno evidenziato dalla banca guidata da Alberto Nagel.
La questione viene poi affrontata in termini numerici, ovvero quali saranno le conseguenze per gli investitori. Anche in questo caso il giudizio del cda è tranchant. “L’integrazione tra le due realtà comporterebbe rilevanti dissinergie, stimate dal Consiglio di Amministrazione di Mediobanca per un totale di circa 460 milioni di euro in caso di fusione tra le due entità bancarie e fino a 665 milioni di euro in assenza di fusione”, hanno osservato gli azionisti.
“Le sinergie stimate da Mps sono giudicate ottimistiche e poco realistiche dal Consiglio di amministrazione di Mediobanca, anche alla luce delle esperienze negative di precedenti aggregazioni tra banche commerciali e Wealth manager/Private bank, che hanno spesso portato a svalutazioni dell’avviamento e riduzione degli asset under management”. Le dissinergie stimate dal cda di Mediobanca “derivano principalmente dalla perdita di talenti e clientela, dal deterioramento del posizionamento competitivo nei segmenti Wealth management e Corporate & Investment banking, e dalla perdita di figure professionali chiave, con conseguente uscita di masse gestite e riduzione della capacità di generare ricavi”.
In aggiunta “si evidenzia che in base alle stime di consensus, l’utile ante imposte dell’entità combinata è previsto in crescita di circa 350 milioni di euro" tra il 2025 e il 2028 "grazie alla crescita dell’utile ante imposte di Mediobanca stand-alone, che rappresenta circa 85% di tale crescita complessiva”.
Inoltre l'offerta di Mps precluderebbe agli azionisti di Mediobanca “l’accesso ai benefici attesi dall’offerta su Banca Generali, la quale costituisce un’operazione di rilevanza centrale per il Gruppo Mediobanca”.
Da lunedì Mps potrà rispondere sul campo.

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