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Economia

I vini senesi resistono ai dazi di Trump: il Nobile e la Vernaccia in crescita rispetto al 2024

Il report di Avito segnala numeri sorprendenti: a San Gimignano l’aumento nelle vendite è del 23%

Claudio Coli

22 Agosto 2025, 05:15

Vino

Dazi trump e inflazione, i vini senesi stringono i denti

Nonostante la spada di Damocle dei dazi USA, dell’inflazione che si riflette sui consumi delle famiglie, i cambiamenti di abitudini dei giovani e l’inasprimento delle leggi per chi assume alcol prima di mettersi al volante, i vini toscani e senesi reggono botta e in qualche caso migliorano le loro performances di vendita. Nei primi sette mesi del 2025 fanno registrare il segno più le etichette più prestigiose, dal Chianti Classico, al Brunello di Montalcino fino al Nobile di Montepulciano, segno che la qualità e quindi la richiesta di certi vini è capace di resistere a qualsiasi intemperia.

I numeri arrivano dal report, del luglio di quest’anno, di Avito, l’associazione vini toscani DOP e IGP, sulle principali denominazioni vitivinicole toscane. Nel periodo da gennaio a luglio 2025, le denominazioni toscane hanno immesso sul mercato complessivamente circa 1.130.228 ettolitri di vino. Un dato, sì in flessione del 3% rispetto all’anno precedente, che però si inserisce in un trend di assestamento produttivo dopo anni di espansione e che deve tenere conto del contesto geopolitico e sociale assai incerto.

La denominazione IGT Toscana, che rappresenta il cuore produttivo con il 35,7% del totale, è quella più penalizzata, e ha visto una contrazione del 7%, scendendo a 403.453 ettolitri. Segno che la qualità e selezione del prodotto iniziano a prevalere su volumi più estesi. Il Chianti, bandiera della regione, conferma un lieve calo del 4%, con 345.159 ettolitri immessi, mentre il prestigioso Chianti Classico, capace di gestire meglio il mercato premium, segna un +1% attestandosi a 148.011 ettolitri.

Particolarmente significativo il dato del Brunello di Montalcino, col rosso che cresce del 14%, evidenziando un gradimento in ascesa per questa tipologia più versatile. Il Nobile di Montepulciano, al 31 luglio 2025, fa segnare una lieve crescita del 3% (28.631 ettolitri), mentre il più fresco Rosso di Montepulciano fa un balzo del 14%.

Da segnalare in modo positivo la crescita sostenuta della Vernaccia di San Gimignano, +23% con 24.551 ettolitri, che conferma l’interesse verso le etichette bianche tipiche toscane. Anche la Maremma Toscana DOC cresce moderatamente del 4%, superando i 41.300 ettolitri, mentre la denominazione Bolgheri, con i suoi prestigiosi vini, fa segnare una crescita del 4%, a 36.394 ettolitri.

A fare da contraltare a questi dati positivi ci sono quelli emersi dal bollettino dello scorso 31 luglio del Ministero dell’Agricoltura, che segnala come la Toscana sia la terza regione italiana per giacenze di bottiglia, e Siena quarta provincia italiana, con oltre due milioni di ettolitri di vino invenduto, contro l’1,5 milioni dell’area fiorentina. Un dato però da spiegare: nel conteggio infatti si deve tenere conto che molte bottiglie sono giacenti non per forza perché invendute, ma per una questione di necessario accumulo, alcune per la riserva, l’affinamento e l’invecchiamento.

Anche se il vino senese reagisce ai dazi e alla crisi con buoni numeri nelle vendite nella prima metà del 2025, l’attenzione dei produttori resta alta viste le difficoltà generali e gli scenari suscettibili di cambiamenti, anche improvvisi. Vietato cullarsi sugli allori: a tenere alta la guardia è Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e presidente di Avito, che analizza il momento. “Le difficoltà nel settore ci sono – ammette – e il momento è ancora delicato, a causa dei dazi e di tutta una serie di altre variabili, fra le quali i cambiamenti climatici e i mercati. Il settore comunque – aggiunge – risponde e nel territorio tiene botta”.

L’obiettivo dunque è continuare a lavorare, puntando sulla qualità, per migliorare ulteriormente i numeri, soprattutto alla luce di dazi e di altri ostacoli prodotti dalle tensioni geopolitiche e internazionali, che penalizzano le esportazioni. La tenuta del comparto è cruciale per l’economia senese. Su come fare la ricetta di Rossi è chiara: “È necessaria una promozione più strutturata – sottolinea – per cercare di penetrare in nuovi mercati”.

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