Economia
Ad di Mediobanca
Da Orazio a Cuccia, nel giorno dell’addio di Alberto Nagel a Mediobanca, dopo 34 anni, nulla è lasciato al caso. Dalla citazione che rimarca la differenza culturale tra piazzetta Cuccia e Mps, “La Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore”, alla ripresa di una frase storica del nume tutelare della banca di investimenti, Enrico Cuccia, “Se è caduto l'Impero romano, perché non dovrebbe cadere Mediobanca?”.
Così, Fabrizio Palenzona, ex membro del cda, rimarcava: “E’ finito l’impero romano”. Dal canto suo l’ad, prima di congedarsi, ha voluto ringraziare tutti i dipendenti con una lettera: “Vi attendono ora nuove sfide che, ne sono certo, sarete pronti a superare stando uniti e preservando quella cultura e diversità che vi rendono unici. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per avermi dato il privilegio di lavorare con voi”.
Il tempo dei saluti è già il passato, perché dietro l’angolo c’è il rinnovo dei vertici della banca milanese, considerato che tutto il cda, a eccezione di Sandro Panizza, ha presentato le dimissioni: saranno effettive dalla prossima assemblea, fissata il 28 ottobre. Una data storica, perché i profili che ne entreranno a far parte saranno espressione del nuova assetto azionario di Mps. La lista andrà presentata entro il 3 ottobre.
Intanto le adesioni all’offerta di Rocca Salimbeni hanno fatto un altro balzo in avanti. Sono salite al 64,68%, avvicinando la soglia determinante del 67%. Guardando al futuro, c’è da registrare anche la presa di posizione di Giuseppe Castagna, ad di Banco Bpm: “Siamo contenti che Credit Agricole sia un investitore felice e noi saremmo contenti di sviluppare con loro nuove opportunità in futuro, ma non possiamo non guardare a tutto il resto che c'è in Italia”.
Affermazione che chiama in causa il Monte, che vede piazza Meda come azionista con poco meno del 9%. “E’ di sicuro una delle altre opportunità”, ha detto il manager, che poi ha aggiunto: “Noi eravamo interessati a una collaborazione con Monte dei Paschi e questa è la ragione per cui il 13 novembre abbiamo comprato il 9% dal governo. Da lì tutto è cambiato".
Infine un riferimento a ciò che potrebbe succedere: “Dobbiamo anche pensare alla prospettiva di Anima perché siamo contenti di avere un distributore di questo livello: il contratto è in vigore fino al 2030 e c’è molto tempo, ma essere un azionista importante può aiutare ad avere qualche idea”.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy