L'intervista
Massimo Guasconi
“Destiamoci dal sonno”, ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice, in riferimento alla situazione economica e lavorativa che sta vivendo il territorio senese. Un contesto che non è semplice, come noto, e che è simboleggiato dalle crisi vissute da Beko e da Paycare. Lojudice vede in questo scenario anche degli aspetti positivi, su tutti il lato solidaristico che certamente è stato evidente nella lunghissima vertenza che ha riguardato i lavoratori del sito produttivo di viale Toselli. “E’ evidente che il territorio stia vivendo delle difficoltà”, dichiara Massimo Guasconi, presidente della Camera di Commercio di Siena e Arezzo.
Presidente Guasconi, il cardinale ha sottolineato le difficoltà che il territorio sta vivendo: qual è il suo pensiero?
"La situazione attuale non è particolarmente rosea. Per capirlo basta guardare quanto sono aumentate nel territorio le ore di cassa integrazione. E anche nel nostro territorio aumentano le situazioni di povertà. L’economia senese sta soffrendo, i consumi languono, gli stipendi rimangono bassi e c’è una scarsa capacità di acquisto. Abbiamo mancato l’aggancio a una crescita che doveva essere raggiunta."
Cosa possono fare le aziende per superare questa fase di difficoltà?
"Guardi, molti fattori dipendono dall’esterno. Penso ai dazi statunitensi e all’inflazione, ad esempio. Le imprese del territorio, per quello che compete loro, fanno il possibile e cercano di resistere. Cercano di restare competitive, moderne, di vendere i loro prodotti nel mercato interno o di esportarli. Le imprese cercano di mantenere quella che è la loro occupazione. Ribadisco che purtroppo molti fattori che sono alla base delle attuali difficoltà sono esterni e non dipendono da noi."
Eppure molte statistiche e classifiche continuano a mostrare indicatori positivi per il territorio, anche quella sulla qualità della vita de Il Sole 24Ore...
"Perché le difficoltà sono diffuse, anche in Toscana è così. La classifica de Il Sole 24Ore sulla qualità della vita mette il territorio della provincia di Siena in prima posizione a livello regionale. Non tutto, quindi, è da buttare. Questa classifica indica tuttavia un aspetto che a mio avviso è evidente: l’Italia in questo momento sta viaggiando a due o tre velocità differenti, a seconda della zona geografica. Noi non abbiamo agganciato alcuni elementi di sviluppo, mentre gli stipendi sono fermi a tanti anni fa. E’ ovvio che ciò provochi delle ripercussioni in quella che è la quotidianità."
Cosa serve per un nuovo sviluppo del territorio?
"Dobbiamo continuare a essere attrattivi. Le imprese comunque stanno lottando. C’è in questo momento il grande tema delle Zes, le zone economiche speciali, che potrebbe essere affrontato, così come avviene in alcune aree dell’Umbria e delle Marche, e che potrebbe dare dei benefici fiscali e liberare risorse per fare investimenti, oltre che ridurre le tempistiche per la nascita, l’insediamento o l’ampliamento di attività. Dobbiamo sostenere le aziende esistenti e cercare di attrarre nuova impresa."
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