Siena
Gabriele Ceccanti, ballerino 22enne senese del Bruco, fin dall'infanzia ha sentito il richiamo della danza, iniziando a cinque anni con Danza nel mondo per proseguire la sua formazione con Massimo Andaloro, Judith Bartlett, Fabiana Meini e affinando la tecnica con il metodo della Royal Academy of Dance. Nato il 12 marzo 2003, oltre al Liceo Piccolomini ha frequentato due anni accademici a Opus Ballet nel 2016 e nel 2019 e, dopo un'audizione, è entrato all’Ateneo della danza, accedendo direttamente al quinto corso accademico. Qui si è formato con Marco Batti, Filippo del Sal, Camille Granet e molti altri, superando poi il livello 6B e 7 dell’American ballet Theatre. Quindi il diploma nel 2023 e quello di insegnante di danza di livello IV Eqf riconosciuto dalla Regione Toscana. Nel 2024 danza al Teatro del Maggio musicale fiorentino con Yas Dance Project, sotto la coreografia di Luca Lupi. Inoltre, ha preso parte alla tournée de Lo Schiaccianoci con il Balletto di Siena. Ha collaborato con coreografi di spicco come Francesco Gammino, Matteo Zamperin, Yaniv Abraham e Richard d’Alton. Tra i molti premi, nel 2023 ha conquistato il primo posto all’Expression International Dance Competition con Rock around the clock di Marco Batti. "Esplorare nuovi linguaggi del movimento - racconta - e condividere la mia passione per la danza con il pubblico significa portare sul palco emozione, tecnica e dedizione"
La popolarità del ballo come modo per stare in forma e divertirsi è in crescita. Lei , che ne ha fatto una professione, crede che ciò si rifletta sugli spettacoli nei teatri del nostro paese?
Talvolta noi ballerini non veniamo considerati dei veri e propri professionisti. In parte è un fatto di mentalità, che spesso ci spinge a intraprendere altri lavori considerati più “nobili” e sicuri. Inoltre, nei teatri italiani la danza trova poco spazio nei cartelloni, e questo impedisce di avvicinarsi a quest’arte. Esiste interesse ma non sempre l’opportunità di assistere a spettacoli professionali. In realtà, chi vorrebbe portare in scena la danza fatica a trovare occasioni per farlo, e così, non si vedono molti spettacoli di alta qualità, o si prediligono compagnie straniere. Consiglierei alle amministrazioni comunali di affidarsi agli esperti, a ballerini e coreografi: esistono molte compagnie e ensemble italiani e toscani che portano in scena spettacoli di altissimo livello, spesso di respiro internazionale sfiorando le duecento repliche. La qualità non è solo altrove ma proprio in Italia. In estate, poi, è importante offrire spazi non teatrali alla danza: Io e le ragazze della compagnia SomethingElse abbiamo avuto l’opportunità di ballare per tutta l’estate grazie ai Teatri di Siena, esibendoci nelle vie della città per Siena Shop and Stroll, ed è chiaro che il pubblico adora la danza. Si dice spesso che in teatro si preferisce la prosa, ma se si lavora bene il pubblico risponde con entusiasmo.
Come e quando ha scelto questa carriera? Lei è anche insegnante e trasmette agli allievi la sua passione...
Devo tutto a mia mamma Fabiana e a mio babbo Simone, lo dico sempre, che per me sono stati fondamentali. Del resto, con lei ballavo ancora prima di nascere, mi ha trasmesso il suo amore facendomi vivere la danza fin da bambino. E mio padre ci sostiene da sempre, curando tanti aspetti. In una fase – brevissima, in realtà – ho provato altre strade, ma alla fine il richiamo è stato più forte. Non è stato sempre facile, i canoni di questo mondo non rispecchiano del tutto le mie caratteristiche fisiche, ma non mi sono mai perso d'animo. Grazie a mia madre, ho la fortuna di insegnare alla scuola Any Dance, che gestiamo insieme: è un luogo speciale per noi, un punto di riferimento dove viviamo momenti preziosi con i nostri allievi e i colleghi, per noi una vera famiglia. Il nostro obiettivo è quello di trasmettere proprio l’amore per la danza a tanti ragazzi del territorio, che sono in crescente numero. A proposito di adulti: oltre a pilates e ginnastica, esiste tanto interesse per i corsi di ballo e per rimettersi in gioco a qualsiasi età.
Lei ha iniziato da bambino, e ha cominciato a raccogliere soddisfazioni molto presto
Come ballerino non mi sono mai tirato indietro e qualche soddisfazione me la sono tolta, esibendomi ad esempio al Maggio musicale fiorentino grazie alla collaborazione con il maestro Luca Lupi, e portando la mia arte su palcoscenici nazionali e internazionali grazie al Balletto di Siena e a Marco Batti, il mio mentore nel mondo della danza. È un viaggio intenso, fatto di sacrifici ma anche di forti emozioni, e se oggi posso guardarmi indietro con orgoglio, è anche grazie a chi ha creduto in me.
Molti sono i pregiudizi che da sempre girano attorno a chi vuole fare ballo classico, se si tratta del mondo maschile. Basti ricordare il noto film e musical Billy Elliot. Cosa consiglierebbe a un ragazzo che vuole intraprendere la sua carriera?
Consiglierei di non farsi fermare dai pregiudizi e di credere nella propria passione perché la danza, soprattutto per un uomo, è ancora legata a stereotipi. In realtà è un’arte straordinaria che richiede forza, virilità, disciplina e determinazione. Andando oltre le etichette possiamo mostrare, prima di tutto a noi stessi, che conta la dedizione e l’amore per questa professione e la voglia di lavorare sodo. Studiare, non smettere mai di migliorarsi e non farsi influenzare da chi non comprende il valore della danza perché alla fine la passione e il talento ripagano sempre. Personalmente, ho affrontato difficoltà e pregiudizi, ma non mi sono fatto influenzare e ho proseguito. Penso che le nostre vite personali non dovrebbero mai intaccare l’aspetto professionale. In sport come il calcio, spesso gli atleti con diversi orientamenti sessuali scelgono di non esporsi. Nonostante tutto, la nostra epoca deve ancora crescere e maturare: è fondamentale che chiunque ami la danza non si lasci fermare da giudizi esterni, ma prosegua sulla sua strada con orgoglio.
Lei spazia dalla danza classica alla contemporanea, ma quanta preparazione atletica, allenamento e tempo servono e come differiscono i vari settori?
Il ballerino fa una preparazione atletica enorme e tanta disciplina: il corpo è il nostro principale strumento di lavoro e va allenato con cura. La danza classica è una disciplina estremamente tecnica, ci vogliono anni di studio per acquisire il controllo del corpo, la pulizia dei movimenti e la resistenza essenziale per lunghe prove e spettacoli. Esercizi, allenamento, stretching ogni giorno per mantenersi forti ed elastici. La danza contemporanea invece lascia maggiore libertà di movimento e permette un uso più dinamico dello spazio, oltre a fluidità, musicalità, interpretazione espressiva, spesso mescolando tecniche diverse come il floorwork o il contact improvisation. Al di là dallo stile, un ballerino deve allenarsi con costanza, alternando lavoro tecnico e potenziamento muscolare, la resistenza fisica e la prevenzione degli infortuni. La danza è in continua evoluzione e richiede poi un aggiornamento costante: bisogna studiare sempre, esplorare nuovi linguaggi, mettersi alla prova. In ogni stile ci sono ore di studio, fatica e sudore ma poi ballare ripaga di ogni sforzo.
Ai Rinnovati ai primi di aprile lei sarà in una grande produzione per poi partire in tournée. Ci può parlare di questo progetto e dei prossimi in arrivo?
Grazie al Balletto di Siena avrò l’opportunità di salire su quel palco per la terza volta. Dopo due tournée de Lo Schiaccianoci, questa sarà la mia prima esperienza con Don Quixote, un balletto straordinario che porteremo in scena a Siena, al Teatro dei Rinnovati, il 4, 5 e 6 aprile nell’ambito della stagione teatrale. Successivamente, avremo l’onore di esibirci in alcuni dei teatri più prestigiosi d’Italia, come il Teatro Duse di Bologna e il Teatro Verdi di Firenze, davanti a un pubblico sempre più ampio. Sotto la direzione artistica di Marco Batti, sarà un’esperienza incredibile, un’occasione di crescita e confronto con realtà teatrali di grande rilievo. Spero davvero di poter prendere parte ad altre produzioni che saranno in tournée per l’Europa, anche se per il momento non possiamo svelare troppo. Ma si sono grandi progetti in arrivo
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy