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Politica

Siena, fa discutere il progetto su viale Sclavo, Piccini e Valentini: “Rischio regalo ai privati”

I due ex sindaci criticano la proposta di variante urbanistica svelata dal Corriere di Siena: “Dubbi su studentato e palazzetto, servono più garanzie per Siena e la città universitaria”

Andrea Bianchi Sugarelli

26 Settembre 2025, 17:45

Palasport Siena

Variante Palasport, scatta la discussione politica

Un progetto urbanistico, soprattutto quando riguarda una delle zone più strategiche di una città come Siena, non è mai solo un insieme di carte. È il punto di incontro – e talvolta di scontro – tra aspirazioni di sviluppo, esigenze pubbliche e interessi privati.

La variante semplificata presentata dall’amministrazione comunale, oggetto di un dettagliato approfondimento oggi sulle colonne del Corriere di Siena, promette di ridisegnare il futuro del PalaSclavo e delle aree circostanti, tra esigenze di rilancio sportivo, servizi per gli studenti e nuovi spazi per la città.

Ed è proprio dopo la pubblicazione di tutti i dettagli del progetto che arrivano puntuali le osservazioni di Pierluigi Piccini e Bruno Valentini. Due ex sindaci che, con approcci diversi ma toni altrettanto incisivi, passano al setaccio la proposta della giunta: analizzano, pongono domande e suggeriscono alternative, contribuendo a rendere il dibattito più ricco e articolato. Se da un lato l’amministrazione rivendica la volontà di dare una svolta storica, dall’altro Piccini e Valentini invitano a valutare con attenzione ogni scelta, individuando criticità e opportunità che meritano di essere discusse pubblicamente.

 

Il progetto: tre comparti e tante ipotesi

La variante illustrata dal vicesindaco Michele Capitani in Commissione Assetto e Territorio mira a sbloccare una vicenda rimasta ferma da anni. L’area di oltre 77.000 metri quadrati viene suddivisa in tre comparti distinti (impianti sportivi, aree direzionali/studentato, parcheggi pubblici), così da consentire l’avvio separato dei diversi interventi. Sul tavolo ci sono la riqualificazione del PalaSclavo, la costruzione di una nuova palestra, un nuovo studentato da 300 posti letto e fino a 1.000 metri quadrati di nuovi spazi direzionali o di servizio. Il tutto, in un contesto soggetto a rigorosi vincoli paesaggistici e ambientali. Il Consiglio comunale il prossimo 30 settembre sarà chiamato a esprimersi su una delibera che potrebbe avviare una fase nuova per la città, lasciando però su strada alcune incognite che non sfuggono a chi conosce bene la macchina amministrativa.

 

Piccini: “Rischio rendita privata”

Pierluigi Piccini, già sindaco di Siena dal 1991 al 2001 e poi consigliere di civico di minoranza, pone l’attenzione sulle conseguenze della separazione tra le diverse funzioni: “Quella che la giunta presenta come ‘svolta storica’ per l’area di viale Sclavo è, in realtà, un regalo a qualcuno e un colpo all’interesse pubblico”. Secondo Piccini, “la variante urbanistica spezza il legame che imponeva il recupero del PalaSclavo come condizione per costruire studentato e parcheggi. Si consente così di partire subito con ciò che genera profitto, lasciando alla città l’onere economico e politico della parte più costosa: l’adeguamento sismico o la ricostruzione del palazzetto”. L’ex primo cittadino è critico sulla “flessibilità” rivendicata dall’amministrazione: “Il comparto viene smembrato in interventi indipendenti, e il risultato sarà un’area dove sorgono nuovi edifici e parcheggi accanto a un palasport che rischia di restare insicuro, sottoutilizzato o persino da demolire, senza un progetto alternativo pronto”. Piccini teme che “ogni metro cubo edificato in quella zona aumenti il valore del suolo: se questo vantaggio non è vincolato a finanziare un nuovo polo sportivo, significa scegliere di favorire qualcuno, non i cittadini”. Da qui la richiesta di “vincoli chiari, cronoprogramma certo e garanzie economiche prima di concedere al privato di edificare. Se questa occasione verrà persa, la variante passerà alla storia come il momento in cui Siena ha rinunciato al suo palazzetto per arricchire qualcuno”.

 

Valentini: “Più attenzione al bene comune e alla città universitaria”

Bruno Valentini, già sindaco dal 2013 al 2018, si dice sorpreso dalla linea dell’amministrazione: “Rimango basito. Il vicesindaco Capitani segue la traccia lasciata dal suo predecessore Michelotti, ovvero quella di inchinare la pianificazione urbanistica alle istanze dei privati invece di privilegiare l’interesse pubblico”. Valentini si concentra sulla questione degli studentati: “A Siena (ed in tutte le città universitarie) c’è bisogno di residenze pubbliche, che calmierino il caro affitti. A Siena ci sono strutture residenziali pubbliche per studenti chiuse (come a San Prospero), mancano posti letto a prezzi accessibili ed il Comune incentiva gli studentati privati? Anzi, si preoccupa se i privati non ce la fanno e cerca di dargli una mano?”. Poi la domanda sulla natura degli impianti sportivi: “Dovete chiarire se si tratta di impianti pubblici o privati. Ai tempi di De Mossi/Michelotti il Comune si accollò i costi di adeguamento di un impianto sportivo privato senza acquisirlo al patrimonio pubblico… Qualcuno ha visto i ritorni promessi? Non mi risulta”. Conclude con una riflessione sulla necessità di rigenerare spazi già esistenti: “Visti tutti i contenitori che si stanno svuotando a Siena, dalla vasta serie di immobili che Banca Mps sta lasciando, ma vi sembra il caso di costruire ancora? Non sarebbe meglio riconvertire il patrimonio edilizio abbandonato?”.

 

Il dibattito ora passa al Consiglio

Il confronto è aperto e le domande sono sul tavolo anche se a dire il vero, in Commissione non ci sono state. La variante per viale Sclavo, che punta a superare gli ostacoli di questi anni e rilanciare una zona cruciale per lo sport e una nuova soluzione di abitazione universitaria, trova sulla sua strada un dibattito acceso ma necessario. La decisione ora spetta al Consiglio comunale: scegliere se confermare l’impostazione attuale o raccogliere le sollecitazioni che arrivano da più parti, affinché la città possa davvero crescere senza lasciare indietro nessuno.

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