Calcio
L’eterno ritorno non è solo filosofia: per Igor Tudor e la Juventus sembra quasi una regola non scritta. Il tecnico croato, che da calciatore ha vissuto grandi stagioni in bianconero, si ritrova nuovamente a lasciare Torino dopo un’esperienza breve e tormentata. Otto gare senza vittorie, una squadra senza identità e un clima interno sempre più teso hanno portato all’esonero ufficiale. Non è la prima volta che la sua storia in panchina con la Vecchia Signora finisce bruscamente. Già nel 2021 era stato allontanato insieme allo staff di Andrea Pirlo, dopo una stagione comunque positiva, culminata con la conquista della Coppa Italia, della Supercoppa e del quarto posto in campionato. Allora ricopriva il ruolo di viceallenatore, ma quell’esperienza lasciò più ombre che luci. “Non sarò mai più assistente di nessuno”, dichiarò all’epoca, promessa che ha mantenuto guidando poi Verona, Marsiglia, Lazio e infine di nuovo la Juventus. Un ritorno atteso ma rivelatosi ancora una volta amaro, come un film che si ripete con lo stesso finale.
Da giocatore, invece, Tudor aveva scritto pagine più felici con le zebre. E quando un infortunio sembrava limitarne gli spazi, fu mandato in prestito al Siena, dove in un anno e mezzo contribuì in modo decisivo a due salvezze consecutive in serie A e si procurò il biglietto di ritorno sotto la Mole Antgonelliana. Adesso però la sua avventura da allenatore si chiude con più rimpianti che certezze. La dirigenza ha scelto di cambiare rotta, mentre tra i possibili sostituti si fanno già i nomi di altri ex bianconeri. Il destino di Tudor, almeno per ora, torna a incrociare la Juventus nel modo più crudele: con un addio.
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